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Con una sentenza pubblicata l’8 aprile, la Corte di Cassazione ha stabilito che la dicitura “padre” e “madre” sulle carte d’identità elettroniche dei minori è discriminatoria perché non rappresenta tutti i nuclei familiari, ed è corretto che sia sostituita dal termine “genitore”. La Cassazione ha respinto il ricorso del Ministero dell’Interno contro una decisione della Corte d’Appello di Roma, che aveva disapplicato il decreto con cui il termine “genitori” era stato sostituito da “madre” e “padre”. Secondo la Cassazione, quel decreto viola il «diritto del minore di ottenere una carta d’identità rappresentativa della sua peculiare situazione familiare». Ma capiamo come siamo arrivati a questa sentenza.
Con una sentenza pubblicata l’8 aprile, la Corte di Cassazione ha stabilito che la dicitura “padre” e “madre” sulle carte d’identità elettroniche dei minori è discriminatoria perché non rappresenta tutti i nuclei familiari, ed è corretto che sia sostituita dal termine “genitore”. La Cassazione ha respinto il ricorso del Ministero dell’Interno contro una decisione della Corte d’Appello di Roma, che aveva disapplicato il decreto con cui il termine “genitori” era stato sostituito da “madre” e “padre”. Secondo la Cassazione, quel decreto viola il «diritto del minore di ottenere una carta d’identità rappresentativa della sua peculiare situazione familiare». Ma capiamo come siamo arrivati a questa sentenza.