Quanti infermieri mancano in Italia?

Si sente spesso parlare delle carenze nel personale sanitario: abbiamo analizzato che cosa dicono i numeri
ANSA
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Con la pandemia di Covid-19 sono aumentate le dichiarazioni dei politici che denunciano carenze nel personale sanitario in Italia, in particolare per quanto riguarda gli infermieri. Per esempio, il leader di Azione Carlo Calenda ripete spesso che nel nostro Paese «mancano 63 mila infermieri», mentre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Partito democratico, a dicembre ha scritto sui social che in Italia «non si trovano abbastanza infermieri».

Che cosa c’è di vero in queste denunce? Di quali numeri stiamo parlando? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Quanti sono gli infermieri in Italia

Partiamo da un punto fermo: quanti infermieri ci sono nel nostro Paese. Secondo la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi), in Italia gli infermieri attivi iscritti all’albo sono circa 395 mila: 270 mila sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn), 45 mila sono liberi professionisti e 80 mila lavorano per strutture private. 

Secondo l’ultimo rapporto Health at a glance: Europe 2022, realizzato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in collaborazione con la Commissione europea, nel 2020 in Italia c’erano 6,3 infermieri ogni mille abitanti, mentre la media dei Paesi dell’Unione europea era pari a 8,3. All’interno del personale sanitario, c’erano 1,6 infermieri ogni medico, contro una media europea di 2,2.
Figura 1. Infermieri attivi ogni mille abitanti – Fonte: Health at a glance 2022
Figura 1. Infermieri attivi ogni mille abitanti – Fonte: Health at a glance 2022

Quanti infermieri mancano in Italia

Negli anni varie associazioni di categoria e istituti hanno provato a quantificare la carenza italiana di infermieri. Secondo la già citata Fnopi, per esempio, in Italia servirebbero circa 63.500 infermieri in più rispetto a quelli attuali: «27 mila infermieri al Nord, circa 13 mila al Centro e 23.500 al Sud e nelle Isole». L’istituto di ricerca socio-economica Censis, in uno studio condotto nel 2020 in collaborazione proprio con Fnopi, aveva calcolato una carenza di 57 mila unità nel personale infermieristico. 

Fnopi ha spiegato a Pagella Politica che la stima dei 63 mila infermieri mancanti è stata calcolata in base a una serie di dati, tra cui quelli raccolti dall’Ocse nell’Health at a glance 2021, il dossier Ocse che valuta la situazione sanitaria di tutti i 38 Paesi dell’organizzazione (e quindi non solo i 27 Paesi membri Ue). 

Anche la Corte dei Conti si è espressa sul tema, commentando la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2022 (Nadef), approvata lo scorso settembre dal governo Draghi. Secondo la Corte dei conti, il personale infermieristico italiano è «pesantemente sottodimensionato» in molte aree del Paese e, soprattutto, se confrontato con la situazione in altri Stati europei. L’analisi prende in considerazione lo «standard internazionale 1:3 per il personale infermieristico», quello secondo cui per ogni medico attivo sarebbe bene ci fossero almeno tre infermieri attivi. Sulla base dei dati contenuti nell’Annuario statistico dell’Istat, la Corte dei Conti ha calcolato nel 2020 «una carenza di infermieri di circa 65 mila unità».

È bene comunque precisare che, confrontando i dati a livello internazionale, si fa riferimento in alcuni casi a sistemi sanitari molto diversi tra loro. Per esempio, la sanità italiana ha poco a che fare con quella degli Stati Uniti, dove il rapporto tra infermieri e popolazione è molto alto, ma non esiste un sistema sanitario pubblico universalistico, nel quale lo Stato copre gran parte delle cure mediche dei cittadini.

I fondi del Pnrr

Oltre alle carenze individuate dagli studi sopra citati, anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede un incremento del personale ospedaliero per i prossimi anni.

La Missione 6 del piano, quella relativa alla sanità, stabilisce infatti una “Riforma dell’assistenza sanitaria territoriale” all’interno del quale gli infermieri dovranno avere un ruolo centrale nell’assistenza domiciliare, nei servizi di consultorio familiare e soprattutto attraverso la nuova figura del cosiddetto “infermiere di famiglia e comunità”, definita come «la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera». Secondo quanto scritto nel piano, questa nuova figura di professionista sanitario dovrà essere presente in rapporto di almeno uno ogni tremila abitanti.

In base ai calcoli del Sole 24 ore, per soddisfare le aspettative del Pnrr occorreranno circa 30 mila nuove assunzioni di infermieri nei prossimi nei prossimi tre anni.

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