Tutti i candidati alle elezioni europee ai raggi X

Dall’età media alle multicandidature, dalla parità di genere “aggirata” a chi ha già un incarico politico: abbiamo analizzato le caratteristiche di oltre 740 aspiranti al Parlamento europeo
Una donna e un uomo osservano i simboli in un seggio nel giorno delle scorse elezioni europee, tenutesi il 26 maggio 2019. ANSA/CIRO FUSCO
Una donna e un uomo osservano i simboli in un seggio nel giorno delle scorse elezioni europee, tenutesi il 26 maggio 2019. ANSA/CIRO FUSCO
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Sabato 8 e domenica 9 giugno si terranno le elezioni europee per eleggere i 76 nuovi rappresentanti italiani al Parlamento europeo. Ogni elettore potrà dare fino a tre preferenze e i candidati più votati saranno anche quelli eletti.

In un altro articolo abbiamo raccolto i nomi di tutti i candidati, divisi per lista e circoscrizione elettorale, ma qual è il profilo del candidato medio al Parlamento europeo? Quali partiti hanno i candidati più giovani? E quali hanno candidato politici che hanno già incarichi nel Parlamento italiano, a cui dovranno rinunciare in caso di elezione se accetteranno il seggio al Parlamento europeo? Numeri alla mano, vediamo quali sono le caratteristiche dei 743 candidati che abbiamo analizzato in totale [1].

L’età media dei candidati

Il Movimento 5 Stelle è il partito che ha presentato i candidati con l’età media più bassa: 49,7 anni, rispetto a un’età media di tutte le liste pari a 52,8 anni. Il partito guidato da Giuseppe Conte è anche l’unico i cui candidati hanno un’età media inferiore ai 50 anni. 

Seguono Fratelli d’Italia (50,8 anni), il Partito Democratico (51,4), la Lega (53,1) e Forza Italia (56). Tra le altre liste, Pace Terrà Dignità, la lista fondata e guidata dal giornalista Michele Santoro, è la più “anziana” con un’età media di 58,4 anni.
Il 19,4 per cento dei candidati della lista di Alleanza-Verdi Sinistra, formata da Sinistra Italiana ed Europa Verde, ha meno di 35 anni. La media di tutte le liste è pari al 9,6 per cento: in parole semplici, meno di un candidato su dieci è un under 35. Dopo ci sono il Movimento 5 Stelle (10,5 per cento), seguito dal Partito Democratico (9,5 per cento) e da Fratelli d’Italia (8,3 per cento). Le percentuali di candidati under 35 della Lega e di Forza Italia sono le più basse, rispettivamente pari al 2,8 per cento e all’1,4 per cento.

Quanti sono invece gli over 70? il Movimento 5 Stelle si distingue per non avere nessun candidato sopra i 70 anni. Anche la Lega presenta una percentuale molto bassa di over 70 (1,4 per cento), mentre FdI e il PD si attestano rispettivamente al 4,2 e al 4,1 per cento. Più alte le percentuali di candidati over 70 per Forza Italia (8,3 per cento) e per alcune liste minori come Stati Uniti d’Europa (SUE), la lista formata da Più Europa e Italia Viva.

C’è davvero la parità di genere?

La legge elettorale per le elezioni europee obbliga i partiti a presentare liste dei candidati composte per metà da uomini e per metà da donne. Questa regola, anche se rispettata, non garantisce che il 50 per cento di tutti i candidati in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali sia uomo e il restante 50 per cento donna. Un partito infatti può candidare un candidato o una candidata in più circoscrizioni. Questa strategia, chiamata “multicandidatura”, altera la parità di genere, ma di quanto?

Tra i partiti principali, il PD, Forza Italia e la lista “Stati Uniti d’Europa” hanno liste perfettamente bilanciate, composte metà da uomini e metà da donne. Il Movimento 5 Stelle ha una leggera prevalenza di candidate donne (52,6 per cento), mentre Fratelli d’Italia di candidati uomini (52,8 per cento). 

La lista “Libertà”, guidata da Cateno De Luca e composta da 19 tra partiti e movimenti politici, e quella di Alleanza Verdi-Sinistra hanno rispettivamente il 55,2 per cento e il 52,9 per cento di candidate donne.

Chi usa di più le “multicandidature”

Il citato fenomeno delle “multicandidature” è diffuso in maniera diversa tra i partiti: alcuni, infatti, ne hanno fatto un uso maggiore rispetto agli altri. Questo vale soprattutto per le liste che hanno candidato leader di partito in tutte le circoscrizioni per cercare di attirare più voti per la lista. A oggi Matteo Renzi (Italia Viva) è stato l’unico candidato leader di partito a promettere che andrà al Parlamento europeo in caso di elezione, rinunciando così al suo seggio in Senato.

Le liste “Pace Terrà e Dignità” e “Libertà” si distinguono per aver presentato le percentuali più alte di candidati in più di una circoscrizione: rispettivamente il 16,7 per cento e il 12,1 per cento. 

Fratelli d’Italia, Lega, PD, Forza Italia e Azione hanno percentuali di multicandidature inferiori al 3 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle è l’unico partito a non presentare candidati in più di una circoscrizione.
Tra i leader di partito, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è candidata in tutte le cinque circoscrizioni elettorali, così come il leader di Azione Carlo Calenda, il fondatore di Pace Terrà Dignità Michele Santoro, il leader di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi e Cateno De Luca, che guida la lista “Libertà”. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani ha invece scelto di candidarsi in quattro circoscrizioni (non è candidato nella circoscrizione dell’Italia Insulare). Anche Renzi è presente in quattro circoscrizioni: l’unica in cui è assente è quella dell’Italia Nord-Orientale. La segretaria del PD Elly Schlein è invece candidata in due circoscrizioni come capolista: Italia Centrale e Insulare.

Quanti candidati hanno già un incarico

La legge elettorale per le elezioni europee non impedisce di candidarsi al Parlamento europeo ai politici che hanno già un ruolo nel Parlamento italiano o nel governo. Il ruolo di parlamentare europeo è però incompatibile con quello di deputato e senatore, o di ministro e presidente del Consiglio. Chi viene eletto deve quindi decidere se tenersi l’incarico attuale o di rinunciarvi, accettando il posto vinto al Parlamento europeo.

Per quanto riguarda i senatori o deputati in carica, la loro presenza nelle liste è piuttosto limitata, con percentuali che oscillano tra lo 0 per cento del Movimento 5 Stelle e l’8,3 per cento di Fratelli d’Italia.

È più frequente con un candidato o una candidata alle europee abbia già un incarico politico a livello locale (regionale o comunale), con percentuali che vanno dal 9,2 per cento del Movimento 5 Stelle al 45,8 per cento della Lega. 

Tra i candidati ci sono anche molti parlamentari europei uscenti, che hanno già ricoperto l’incarico al Parlamento europeo nella legislatura che si sta concludendo. La Lega è il partito che ha candidato più parlamentari europei uscenti (circa un quinto dei suoi candidati). Ricordiamo che alle scorse elezioni europee del 2019 il partito di Matteo Salvini arrivò primo per numero di voti ed elesse il maggior numero di parlamentari europei tra le liste italiane. Le percentuali di parlamentari uscenti nelle liste del PD, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia si aggirano tra il 12 per cento e il 14 per cento.
Ricoprire già un incarico politico può aiutare a essere eletti: si è già noti agli elettori e questo può favorire la raccolta delle preferenze. Allo stesso tempo, è più probabile per un candidato essere eletto se le proprie preferenze sono distribuite in maniera omogenea su una circoscrizione: molte preferenze, concentrate in una zona limitata come una singola città, possono non essere sufficienti per essere eletti. 

Dove sono nati i candidati

La grande maggioranza dei candidati di tutti i partiti alle elezioni europee è nata in Italia. Sui 743 che abbiamo analizzato, 31 candidati (il 4,1 per cento sul totale) sono nati all’estero, per esempio in Svizzera, Francia, Giordania e Ucraina.

Tra i partiti principali, Forza Italia è quello con più candidati nati all’estero (4,2 per cento), seguita dal Movimento 5 Stelle (3,9 per cento), mentre Lega, Fratelli d’Italia e PD sono tra il 2,7 e il 2,8 per cento. La percentuale della lista “Stati Uniti d’Europa” è pari al 10 per cento.

***


[1] Abbiamo considerato i partiti che hanno liste di candidati in tutte le cinque circoscrizioni. Abbiamo così escluso il Rassemblement Valdôtain (lista della Valle d’Aosta), il Südtiroler Volkspartei (partito dell’Alto Adige), Democrazia Sovrana Popolare e il Partito Animalista-Italexit, presenti in una sola circoscrizione. 

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