L’epidemia in Italia migliora, anche senza restrizioni

A un mese dall’allentamento dell’obbligo della mascherina, i contagi continuano a scendere
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
A partire dal 1° maggio il governo guidato da Mario Draghi ha iniziato a rimuovere la maggior parte delle restrizioni ancora in vigore contro il coronavirus. Il green pass non è più richiesto per molte attività, a eccezione di ospedali e case di riposo, e anche in ambienti chiusi è possibile non utilizzare la mascherina, a eccezione di cinema, teatri, mezzi di trasporti e luoghi di lavoro privati. Nonostante la riduzione delle restrizioni, l’Italia rimane comunque uno dei Paesi dove è maggiormente richiesto l’utilizzo della mascherina. 

A un mese dall’allentamento delle restrizioni, come sta andando l’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese? Numeri alla mano, la situazione sembra migliorare di giorno in giorno.

I contagi continuano a scendere

Tra il 23 e il 29 maggio, in Italia, si sono registrati 138 mila casi di coronavirus, circa 50 mila in meno rispetto alla settimana prima e quasi la metà di quella ancora precedente. 

Il numero di contagi di un giorno rapportato con quello dei sette giorni precedenti (la cosiddetta “variazione settimanale dei casi”) è ininterrottamente  in calo da quasi quattro settimane. La velocità di calo è aumentata progressivamente per due settimane e ora sta leggermente rallentando, ma i casi diminuiscono ancora del 25 per cento rispetto a sette giorni prima. Si tratta di un calo considerevole, simile a quello che si è registrato a febbraio.

Il calo dei contagi sta riguardando tutte e quattro le macroaree del Paese, che per la prima volta in diversi mesi hanno un’incidenza estremamente simile tra di loro, con solo il Nord-Ovest che fa leggermente meglio del Nord-Est, Centro e Sud.

A livello regionale, tutte le regioni, senza eccezioni, registrano meno contagi, con alcune, come il Veneto, dove il calo è più marcato e altre, come la Lombardia o la provincia autonoma di Trento, dove invece è più lento.

Il tasso di positività è in calo

Quando si analizzano i numeri dei contagi è sempre fondamentale guardare anche al tasso di positività, cioè al rapporto tra i casi rilevati e i tamponi effettuati. 

Il tasso di positività dei tamponi molecolari è passato dal 15 per cento di fine aprile all’attuale 6 per cento, mentre quello calcolato sui tamponi rapidi dal 18 per cento al 12 per cento. Da gennaio in Italia i tamponi rapidi sono diventati il principale strumento diagnostico per il coronavirus, sostituendo i tamponi molecolari. Sebbene siano meno precisi, sono molto più veloci e accessibili a tutti, anche in farmacia. 

Il tasso di positività totale è ora all’11 per cento, un livello che non si raggiungeva da tre mesi. Complessivamente è ancora alto, almeno per quando non si è in una fase di crescita epidemica, ma è in costante calo.

I dati degli ospedali confermano il calo

I dati sui ricoveri ospedalieri confermano che il calo a cui si sta assistendo non è dovuto a un numero minore di tamponi o test rapidi effettuati, ma a un reale miglioramento dell’epidemia.

Ogni giorno l’Istituto superiore di sanità (Iss) rilascia i dati sui nuovi ricoveri ospedalieri: attualmente, per coronavirus, ne avvengono circa 370 al giorno, meno della metà di quelli registrati a fine marzo, quando l’Italia era stata colpita da una piccola ondata di casi. Il calo è costante ormai da due mesi e sta accelerando nelle ultime settimane.

Gli ingressi in terapia intensiva sono in media 20 al giorno, in calo dai 50 che si avevano a inizio aprile. Per fare un confronto, al picco della quarta ondata causata dalla variante omicron si era arrivati ad averne 150 al giorno. 

Se il calo dei casi non fosse reale, ci attenderemmo una crescita o almeno una stabilizzazione dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, e non un loro continuo calo. Inoltre, quello che sta avvenendo conferma ancora una volta quanto sia importante guardare ai dati dei nuovi contagi: da questi, possiamo sapere come evolveranno i casi gravi almeno una decina di giorni prima.

Anche nel resto d’Europa l’epidemia migliora

Il miglioramento epidemiologico che sta avvenendo in Italia si sta verificando anche nel resto d’Europa. I dati raccolti da Our World in Data, un progetto dell’Università di Oxford, confermano che i contagi stanno calando a un ritmo sostenuto, tra gli altri, anche in Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Austria e Belgio. 

Questo avviene nonostante anche negli altri Paesi la stragrande maggioranza delle restrizioni sia stata revocata. La campagna di vaccinazione ha infatti reso complessivamente la Covid-19 una malattia più gestibile: oggi è possibile avere ritmi di contagi sensibilmente maggiori rispetto al passato, ma con un impatto molto più contenuto sugli ospedali. A essere in difficoltà sono i Paesi che hanno preferito un approccio basato sulle restrizioni più che sulla vaccinazione degli anziani, come la Cina.

In conclusione

La situazione epidemiologica italiana continua a migliorare su tutti i fronti. I dati sul tasso di positività confermano che il miglioramento non è dovuto solo al calo dei tamponi, e anche gli indicatori ospedalieri evidenziano come il calo sia reale.

Il miglioramento dell’epidemia sta avvenendo nonostante sia stata rimossa la maggior parte delle restrizioni imposte nei mesi precedenti dal governo, come l’obbligo di green pass e l’utilizzo della mascherina al chiuso.

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