Calderoli e l’emigrazione nigeriana in Italia: fact-checking

Pagella Politica
Il senatore della Lega Roberto Calderoli ha parlato di recente degli sbarchi di cittadini nigeriani in Italia.

Secondo quanto riportato da Agi (con lancio di agenzia del 17.02.2019, 14:28) e dal quotidiano online cronachedi.it, il vicepresidente del Senato ha dichiarato che «sono stati i governi della sinistra negli scorsi anni a far entrare più di decine di migliaia nigeriani (addirittura 17mila nel solo 2016), nonostante il loro presidente dicesse che non c’erano ragioni per emigrare e li invitasse a tornare nella loro patria […]. Ora con la Lega al governo gli sbarchi si sono azzerati, di nigeriani non ne arrivano più, stiamo attuando i rimpatri».

Ma le cose stanno davvero così? Quante sono le persone sbarcate in Italia dall’insediamento del governo Conte e quante quelle rimpatriate? Quante di esse hanno nazionalità nigeriana? È vero che il presidente della Nigeria ha chiesto ai suoi cittadini di non abbandonare il Paese?

Abbiamo verificato.

La Nigeria e le migrazioni

Calderoli riporta l’opinione del «presidente nigeriano» – con ogni probabilità, come vedremo, Muhammadu Buhari, in carica dal 2015 – secondo cui non ci sarebbero ragioni per lasciare la Nigeria. È un tema che ritorna nelle dichiarazioni politiche della Lega: a gennaio 2018, ad esempio, Matteo Salvini dichiarò che «la Nigeria cresce più dell’Italia, quindi semmai dovremmo essere noi ad andare in Nigeria» (una dichiarazione a cui assegnammo un Nì).

La Nigeria è un Paese con caratteristiche uniche all’interno del continente africano. Con 375,7 miliardi di dollari, l’ex colonia britannica era nel 2017 il Paese con il Prodotto interno lordo più alto del continente. Nonostante ciò, ben 91,2 milioni di nigeriani – il 47,8 per cento della popolazione, che è di circa 190 milioni di persone in totale – vivono in condizioni di estrema povertà: secondo alcuni ricercatori, la Nigeria è oggi il Paese con il maggior numero di persone in povertà estrema al mondo, avendo superato l’India a inizio 2018. Il dato sarebbe inoltre destinato ad aumentare.

A questa condizione di povertà si aggiungono poi i problemi legati al terrorismo, e in particolare alle attività di Boko Haram, che esercita da diversi anni influenza e controllo nella parte nord-est del Paese. Sebbene in calo dopo il picco del 2014 (grafico 1), dal 2011 sono state uccise circa 37.500 persone da parte di questa organizzazione terroristica. Ciò fa della Nigeria il terzo Paese al mondo per numero di vittime di terrorismo nel 2017.
Grafico 1: Vittime di Boko Haram dal 2011 stimate dal Nigeria Security Tracker (Nst) e dall’Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED) – Fonte: Council On Foreign Relations su dati Nst e Acled
Grafico 1: Vittime di Boko Haram dal 2011 stimate dal Nigeria Security Tracker (Nst) e dall’Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED) – Fonte: Council On Foreign Relations su dati Nst e Acled
In questo quadro, la Nigeria è un Paese di emigrazione. Nel 2015 (ultimo dato disponibile) 1,2 milioni di abitanti (lo 0,7 per cento della popolazione) sono emigrati all’estero.

Passiamo ora alla verifica delle informazioni condivise dal senatore leghista Roberto Calderoli.

I migranti in Italia di origine nigeriana (e non)

Calderoli rivendica poi l’attività del governo nel calo degli sbarchi. Il numero di stranieri arrivati via mare in Italia durante il governo Conte, dal 1° giugno 2018 al 19 febbraio 2019, è di 10.167. Durante la precedente legislatura e nello stesso periodo (da giugno 2017 a febbraio 2018) gli sbarchi erano stati 64.388. Tra i due periodi, dunque, si è assistito ad un calo degli sbarchi pari a circa l’84 per cento.

Inoltre, dal 1° gennaio al 19 febbraio 2019 sono sbarcate 227 persone sulle coste italiane, contro le 5.247 dello stesso periodo del 2018, registrando, in questo caso, una diminuzione pari a circa il 95 per cento.
Grafico 2: Numero di migranti sbarcati in Italia nel 2017, 2018 e 2019 – Fonte: Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Grafico 2: Numero di migranti sbarcati in Italia nel 2017, 2018 e 2019 – Fonte: Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Dunque, anche se non si può parlare di un azzeramento degli sbarchi come ha affermato Calderoli, è però evidente come, se confrontati con il passato, gli approdi sulle coste italiane siano diminuiti nei primi otto mesi del governo Conte.

È poi corretto sottolineare, come abbiamo già fatto in una nostra analisi, che il calo degli sbarchi è precedente all’insediamento dell’attuale esecutivo. Dal luglio del 2017, infatti, il numero mensile di migranti è sempre diminuito rispetto al dato dell’anno precedente.

Per quanto riguarda, poi, i cittadini di origine nigeriana che hanno raggiunto l’Italia nel 2016, Calderoli è impreciso. In quell’anno, gli individui che al momento dello sbarco hanno dichiarato di essere nigeriani sono stati 37,551 (e non 17 mila come dichiarato).

Il calo precede l’insediamento del governo Conte. Già nel 2017, infatti, il numero di cittadini nigeriani che hanno raggiunto le coste italiane era sceso a 18.153, cifra molto più vicina a quella citata da Calderoli (che quindi potrebbe essersi confuso sull’anno preciso). La discesa è proseguita arrivando a 1.250 alla fine del 2018 e zero al 19 febbraio 2019 [1].

Buhari e l’emigrazione

Da quando eletto nel 2015, il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha rilasciato alcune dichiarazioni controverse riguardo ai migranti di origine nigeriana.

In occasione di un’intervista rilasciata al quotidiano britannico The Telegraph, Buhari ha esortato i suoi concittadini a rimanere nel Paese sottolineando come «alcuni nigeriani affermano che la vita è troppo difficile per tornare a casa, ma poi alcuni nigeriani hanno anche reso difficile per gli europei e gli americani accettarli a causa del numero di nigeriani in diverse prigioni in tutto il mondo accusati di traffico di droga o tratta di esseri umani. Non penso che i nigeriani abbiano qualcuno da incolpare. Possono rimanere a casa. I loro servizi sono necessari per ricostruire il paese. Se i loro compatrioti si sono comportati male, la cosa migliore per loro è rimanere a casa e incoraggiare la credibilità della nazione». Su questo punto Calderoli è quindi corretto.

Lo scorso settembre, il presidente nigeriano è stato contestato dall’opposizione per aver espresso disinteresse riguardo alle condizioni dei nigeriani entrati irregolarmente in Europa. Sottolineiamo infine, secondo quanto riportato ad ottobre 2018 da alcune testate nigeriane (qui e qui), come Buhari abbia recentemente sottolineato la totale libertà, per i nigeriani, di emigrare in un altro Paese se ne hanno la possibilità; nella stessa occasione è stata però anche lodata la devozione e l’impegno mostrato verso la nazione da parte di un maggiore dell’esercito scomparso.

I rimpatri dei migranti irregolari

Come già avevamo sottolineato in un’analisi precedente, i dati parziali sui rimpatri per il 2018 mostrano un leggero calo rispetto al 2017. Se, infatti, nel 2017 erano state rimpatriate 543 persone mensilmente, al 31 ottobre 2018 la media era di 530 individui al mese. Non sembra quindi che, nei primi mesi di governo Conte, i rimpatri siano aumentati.

Un risultato recentemente rivendicato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini è che, nei primi giorni del 2019, le espulsioni siano state superiori rispetto al numero degli arrivi. Dal 1° gennaio al 23 gennaio 2019 i migranti che hanno raggiunto le coste italiane sono stati 155, mentre gli espulsi 636.

Ad oggi non sono stati ancora resi noti i dettagli relativi alla nazionalità delle persone rimpatriate nel 2018 e nel 2019. Non è dunque possibile stabilire quanti di questi fossero di origine nigeriana.

In conclusione

II vicepresidente del Senato Roberto Calderoli riporta diverse informazioni sostanzialmente corrette. Ripete poi il concetto, già espresso da altri esponenti della Lega, che non ci siano grandi motivi per lasciare la Nigeria, questa volta facendo riferimento a dichiarazioni del presidente nigeriano Buhari. Tralascia così di dire che il Paese africano ha un tasso di povertà estrema altissimo e ha persistenti problemi, in ampie zone del Paese, con il terrorismo.

Veniamo ai numeri. Pur esagerando nell’affermare che gli sbarchi con il governo Conte si sono «azzerati», è indubbio un calo che, già in atto nel corso del 2018, ha visto una costante diminuzione nei primi otto mesi dell’attuale esecutivo. Di pari passo sono anche diminuiti i cittadini di origine nigeriana arrivati in Italia: dai 37.551 del 2016, ai 18.153 del 2017, ai 1.250 del 2018 e agli zero nelle prime settimane del 2019.

Ma sia la diminuzione degli sbarchi di migranti in generale, sia quella dei migranti di origine nigeriana, precedono in realtà l’insediamento del governo Conte.

È poi vero che il presidente nigeriano Buhari abbia esortato i suoi concittadini a non abbandonare il Paese e si è inoltre dimostrato poco comprensivo nei confronti dei nigeriani che hanno provato ad emigrare irregolarmente in Europa. Non sembra infine che l’attuale esecutivo sia stato responsabile, nei primi sei mesi di attività, di un cambio di passo considerevole nel numero di rimpatri dei migranti irregolari.



[1] I dati relativi ai primi due mesi del 2019 sono provvisori e si basano sugli arrivi avvenuti in un periodo di soli cinquanta giorni.

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