Quella della riforma della legge elettorale sembra essere davvero un’odissea senza fine. Ospite di Fabio Fazio alla trasmissione Che tempo che fa, il premier, Enrico Letta, commenta le difficoltà nel raggiungere un accordo tra i principali partiti alla luce delle divergenti – quasi antitetiche – posizioni. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Cominciamo da quella del partito di cui lo stesso Letta fa parte, il Partito Democratico. Il Presidente del Consiglio afferma che il suo partito “è sempre stato favorevole al Mattarellum“, la precedente legge elettorale a cui il Premier guarda molto positivamente. In effetti, così si era espresso anche lo scorso aprile in occasione del suo discorso alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al governo: “Permettetemi di esprimere a livello personale che certamente migliore della legge attuale sarebbe almeno il ripristino della legge elettorale precedente.” Ebbene, alla prova dei fatti, però, tale manifesta volontà è venuta meno. Come abbiamo avuto modo di dimostrare in quest’analisi, la cosiddetta mozione Giachetti, che mirava all’abolizione della legge ‘Porcata’ di Calderoli per sostituirla con quella precedente, è stata bocciata con 415 voti contrari e 139 favorevoli. Grazie ad OpenParlamento possiamo vedere che il firmatario Giachetti è stato l’unico all’interno della compagine democratica a sostenere la sua mozione; Letta, quindi, ha scelto una maniera alquanto curiosa di manifestare il suo favore a questa legge elettorale. Per dovere di cronaca sottolineiamo che da questa dichiarazione è scoppiato un vero e proprio botta-e-risposta tra il Presidente del Consiglio e il leader del Movimento Cinque Stelle. Siccome, però, Grillo ha essenzialmente mosso a Letta le medesime critiche da noi avanzate, è doveroso indicare la giustificazione del Premier. In una nota su Facebook, Letta ha ribadito di essere favorevole al Mattarellum e, spiegando il suo voto contrario alla mozione Giacchetti, ha affermato di non voler limitare il dibattito politico alla sola legge elettorale ma di aspirare ad un più ampio confronto sulle riforme istituzionali. Su questo è intervenuto lo stesso Giacchetti attraverso un post del suo blog personale in cui, di fatto, confuta le affermazione del Presidente del Consiglio. In questo contesto forniamo un dato oggettivo (un voto parlamentare), sta poi al lettore giudicare se la giustificazione di Letta sia più o meno soddisfacente.
Continuando ad analizzare la dichiarazione, Letta afferma che il Pdl sia invece contrario alla precedente legge elettorale. Le parole di Renato Schifani, capogruppo al Senato, gli danno ragione: “‘Per noi, la legge elettorale nuova deve seguire le riforme istituzionali. Altrimenti non comprendo la fretta per la riforma. E preferisco non comprendere altre motivazioni che non mi piacciono, come quella di fare una nuova legge elettorale per andare a votare subito. Noi siamo per le cose lineari e per mettere in sicurezza l’attuale legge. Intanto diciamo no al ritorno del Mattarellum”. Tale posizione è stata coerentemente mantenuta anche nella votazione sulla mozione Giachetti, respinta da tutti i parlamentari del Popolo della Libertà eccetto uno (l’onorevole Antonio Marino).
Concludiamo quest’analisi con la verifica della posizione di Grillo che, ad onor del vero, risulta quantomeno ambigua. Secondo Letta, il portavoce del movimento pentastellato sarebbe favorevole alla legge attuale o aspirerebbe ad un sistema proporzionale. Ci siamo occupati di questo argomento anche in questa recentissima analisi. Se guardiamo alla storia del M5S, il Presidente del Consiglio sembra avere torto. Fin dagli esordi della sua carriera politica Grillo ha infatti dimostrato una fiera opposizione al Porcellum. Già in occasione del V-Day del 25 aprile 2008 troviamo le prime invettive rivolte all’attuale legge elettorale (elezioni incostituzionali, referendum invocati per cambiare la legge elettorale – min. 00:30), ed anche lo scorso agosto Grillo si è espresso su questa linea, mostrandosi favorevole al Mattarellum: “un governo, misero, c’è e allora si potrebbe andare in parlamento domani e fare, con una votazione, l’abolizione del Porcellum per tornare alla legge precedente e a un Paese normale. Sarebbe un segnale!”. Limitandoci a questo, non si può certo dire che Grillo guardi con occhi di favore alla Legge Calderoli; e invece…! Circa un mese fa, il 22 agosto, Beppe Grillo ha firmato un post dal folkloristico titolo “Ogni voto, un calcio in culo” dove – probabilmente spinto dalla volontà di sfruttare subito in campagna elettorale il fatto che gli odiati partiti, in sei mesi di governo, non sono stati in grado di mantenere le promesse – chiedeva elezioni anticipate con l’attuale legge elettorale. Certo, la valutazione politica si inserisce all’interno di un quadro più complesso che di fatto conferma l’avversione al Porcellum: Grillo assegna al Movimento 5 Stelle, una volta salito al potere con questa legge, il compito di cambiare le regole del gioco, vista l’incapacità in tal senso dei partiti avversari. In questa, più recente, intervista a Die Zeit (tradotta e pubblicata da La Repubblica), Grillo mantiene tale linea, dichiarando espressamente la sua preferenza per un sistema proporzionale. Preferenza già intuibile dalla pubblicazione, sul proprio blog, di questa intervista ad Aldo Giannuli, professore di Storia Contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano e sostenitore di questo sistema elettorale. Ribadendo quanto abbiamo già scritto, ogni posizione è legittima ma risulta difficile all’orecchio imparziale non sussultare brevemente per l’apparente incoerenza del messaggio.
Cercando di tirare le somme, non è proprio vero che il Pd sia sempre stato favorevole al Mattarellum e non è proprio vero che Grillo sia favorevole al Porcellum. Posizioni ambigue quelle mostrate dai principali attori in campo che danno a questa dichiarazione il sapore di una mezza verità: “Nì”!