Grillo torna a toccare un tema per lui molto controverso, i fondi dell’Unione Europea, e lo fa dal Friuli Venezia Giulia, durante un suo comizio a Pordenone, in vista delle elezioni regionali. Relativamente ai fondi Ue destinati all’allargamento, il leader a 5 stelle sostiene che una parte considerevole di queste risorse viene investita per la promozione e la crescita dei Paesi candidati all’ingresso nell’Unione, attraverso lo Strumento di Assistenza Preadesione (IPA), istituito dal Regolamento CE n.1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006 (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 82).
Consultando il bilancio dell’Ue del 2012 – e confrontandolo con le proiezioni del 2013 – possiamo notare che, in effetti, c’è una voce che assorbe circa un terzo di tutte le entrate, ma non è proprio quella citata da Grillo: si tratta dei fondi destinati alla crescita e alla coesione dei Paesi già membri della Comunità Europea. A questa voce sono riservati ben 52,8 miliardi di euro, più del 35% del totale. La maggior parte del bilancio dell’Ue, infatti, è spesa per stimolare la crescita dell’Unione Europea, migliorare le condizioni di vita dei cittadini degli Stati membri dell’Ue, ed è diretta, in particolare, alle Regioni e alle categorie sociali meno ricche.
Le spese che rispondono alla voce “Europa come attore globale” ammontano, invece, a 9,4 miliardi di euro che, su un totale di 147,2 miliardi, corrispondono a circa il 6,5%. Soltanto una parte di questi stanziamenti (quelli a favore dello IAP) servono ad assistere i Paesi aderenti durante il processo di allineamento agli standard dell’Unione delle condizioni politiche, sociali ed economiche, e nella gestione delle politiche di coesione con gli altri Stati.
Nella fattispecie, i fondi destinati allo IAP ammontano a 1,9 miliardi di euro – circa l’1,3% del totale delle risorse – ben lontano dal terzo denunciato dal leader pentastellato, che si merita l’implacabile “Pinocchio andante” di Pagella Politica.
(Si ringraziano per l’analisi Beatrice Ghetti, Serena Sossai, Francesca Buzzerio, Gloria Peperoni e Giulia Fabbri della Faggiola – corso di laurea magistrale in Mass Media e Politica, Scuola di Scienze Politiche “Roberto Ruffilli”, Università di Bologna)