Monti azzarda un confronto neanche troppo ardito tra Sivio Berlusconi e Achille Lauro. Quanto sono vicini questi due personaggi che hanno abitato (e continuano a calcare) la scena della politica italiana? Achille Lauro fu a lungo sindaco di Napoli, editore del quotidiano partenopeo Roma e presidente del Napoli Calcio. Ricorda qualcuno? In un articolo del Corriere della Sera del 1992, viene definito così: “[…] imprenditore, politico, dirigente sportivo, editore, sciupafemmine”. A primo acchito, si potrebbe pensare che – laddove si possa immaginare che Berlusconi abbia avuto un maestro, un esempio, una fonte d’ispirazione per la sua vita privata e pubblica – questa l’abbia trovata nella figura tanto discussa, amata e odiata, dell’armatore. Del resto il collegamento viene facile: come sostiene Monti, è verosimile affermare che vi siano delle similitudini tra i due riguardo le tecniche di allargamento del consenso. La promessa di restituire l’Imu agli italiani che hanno pagato l’imposta, riporta alla memoria – facendo le dovute differenze – la  pratica delle regalie messa in atto durante la campagna elettorale da Lauro nella Napoli degli anni ’50. A raccontare le vicende dell’epoca ci pensano le varie biografie dell’armatore, tra le quali quella pubblicata 10 anni dopo la morte  di Lauro e scritta da Serena Romano (Don Achille, o’ Comandante). Nel già citato articolo  del Corriere, che attinge dalla biografia della Romano e dal film di Francesco Rosi del 1963 (Le mani sulla città), ci si chiede quale sia il giudizio “su questo istrione che scelse i vicoli di Napoli per dare impulso alla sua politica, fatta di grandi rivendicazioni meridionalistiche e di scarpe spaiate, distribuite come pegno in cambio di voti”. Ugualmente, nella recensione pubblicata da Il Tempo del libro ‘O Comandante di Carlo Maria Lomartire, si legge quanto fosse usuale per il candidato Lauro “regalare alimenti e soldi, promettere mari e monti, dare ai potenziali elettori la metà di mille lire o una sola scarpa, promettendo di dare l’altra metà a elezioni finite”. Tralasciando il giudizio politico, è difficile non notare che – attraverso promesse, condoni e restituzioni – Berlusconi possa ricordare  quel politico napoletano che “volle essere tutto”.


“Vero” per Monti.