Sì, è vero, l’ha detto. E non ci sono proprio scuse, lo vediamo anche in questo video: a febbraio Matteo Renzi aveva garantito che, entro aprile, sarebbe stata attuata la riforma della pubblica amministrazione (PA).



Il cuore della dichiarazione, però, è un altro. Avrà ragione Brunetta nel criticare così duramente l’operato del Presidente del Consiglio? Vediamo.



Comincia con il piede giusto, il capogruppo forzista. Era il 30 aprile, infatti, quando in una conferenza stampa con il ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, Matteo Renzi ha presentato i 44 punti della “sua” proposta di riforma. Nessuna concreta proposta legislativa – primo “Vero” per Brunetta – ma vediamo che cos’ha in mente Renzi. Tra le altre:



  • creazione di oltre 10 mila posti di lavoro aggiuntivi per i giovani nella PA

  • una serie di misure per tagliare gli sprechi e riorganizzare la PA (accorpamento di enti, unica scuola nazionale della PA, ecc.)

  • la semplificazione e digitalizzazione dei servizi, anche attraverso la diffusione degli Open Data



Brunetta azzecca anche il secondo punto della sua dichiarazione. Dobbiamo infatti aspettare proprio il 13 giugno perché il governo approvi le prime “Misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese“. Come si sarebbero concretizzate queste “misure urgenti“? Nella forma di un decreto legge su misure immediatamente adottabili e di un disegno di legge per la regolazione di materie più complesse che richiedono, quindi, tempi più adeguati (nello stesso Consiglio dei Ministri era stata adottato anche un altro decreto legge recante misure relative ad ambiente e agricoltura).



L’esponente di Forza Italia avrebbe sostanzialmente ragione, visto che la sua dichiarazione risale al 23 giugno. Ad onor del vero, però, esattamente il giorno successivo, il Presidente della Repubblica firmava il decreto legge 90/2014 che, come vediamo, risulta ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.



Difficile credere che Brunetta ignorasse l’iter legislativo di un così importante provvedimento. Ad ogni modo, al momento della dichiarazione, la sua affermazione merita un insindacabile “Vero”!