Ospite lo scorso 22 febbraio al programma In 1/2 h , il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sottolinea l’effetto immediato sull’Italia dell’instabilità nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, sia per questioni di approvvigionamento energetico sia in termini di aumento delle onde migratorie dirette verso le nostre coste. Una situazione simile all’attuale si ebbe nel 2011, secondo quanto sostiene Renzi, quando arrivarono 100 mila immigrati sui barconi dal Nord Africa in seguito alle rivolte in Tunisia.
I numeri
Consultando le statistiche pubblicate sul sito dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), nella sezione “Sea Arrivals to Italy” del 2011, si può vedere che il numero dei rifugiati tunisini sbarcati in Italia era pari in realtà a circa 28.050, su un totale di circa 60 mila.
E’ vero che in quell’anno, sotto il governo Berlusconi, ci fu un’impennata nel numero di arrivi rispetto all’anno prima (quando erano appena 4.400). Ed è inoltre vero che 62.500 clandestini sbarcati rappresentarono un numero da record storico, come scrive anche la Fondazione Iniziative e Studi sulla Multietnicità (Ismu). Tale numero però è distante dai 100.000 indicati da Renzi e dalla cifra raggiunta nel 2014 (170.000, secondo i dati Unhcr citati sopra).
Il verdetto
Il dato del Premier sugli sbarchi del 2011 è decisamente esagerato. Gli immigrati tunisini erano – solo loro – circa 28 mila, ossia complessivamente meno di due terzi della cifra di 100 mila citata dal Renzi. E’ indubbio che quell’anno gli stravolgimenti politici nel Nord Africa portarono ad un boom negli sbarchi che per certi versi ricorda quello dell’anno passato, ma le cifre non sono quelle del Premier che si ferma al “Nì”.
(Si ringraziano Giulia Franchini e Martina Cirami per questa analisi)