Incalzato sulla privatizzazione dell’acqua durante il dibattito Sky, Pippo Civati consegna il giudizio al numero di elettori che si sono espressi nel referendum del 2011. Un numero superiore, a suo dire, a quello raccolto dalle tre principali forze politiche alle ultime elezioni.
Tutto vero: il 12 e 13 giugno 2011 gli italiani sono stati chiamati ad esprimersi su quattro quesiti referendari relativi ad acqua, nucleare e legittimo impedimento. Il primo riguardava la cosiddetta privatizzazione dell’acqua (anche se sarebbe più corretto ricordare – come fa Francesco Costa – che “l’acqua era e sarebbe rimasta in ogni caso un bene pubblico”, si discuteva semmai dell’ “eventuale privatizzazione, parziale o totale, delle società che in alcuni casi, per conto degli enti locali, ne gestiscono la rete e la distribuzione”).
Su questo punto – come dice Civati – si sono espressi 27,6 milioni di cittadini, e il 95% (circa 25,9 milioni) ha votato in favore dell’abrogazione. Come riportato da una nostra tabella che rielabora i dati ufficiali del Viminale, alle ultime elezioni, sommando i voti sul territorio nazionale e all’estero, alla Camera il Pd ha ottenuto circa 8,9 milioni di voti; il Pdl circa 7,5 milioni e il M5S circa 8,8 milioni, per un totale di 25,2 milioni di preferenze (25.209.313 per l’esattezza). A testimonianza del largo consenso favorevole al mantenimento dell’acqua pubblica, notiamo che sia il numero di votanti che quelli che hanno votato “Sì” sono superiori alla somma dei voti ottenuti da Pd, Pdl e M5s alle ultime elezioni: “Vero”!