Il notevole tasso di astensionismo delle ultime elezioni ha penalizzato tutti i partiti, tranne qualcuno. Il Pd per primo, pur ottenendo una percentuale (rispetto ai voti validi) vicina a quella delle precedenti elezioni, soffre di un notevole calo dei consensi.



L’istituto Cattaneo ha pubblicato un’analisi dei flussi elettorali nelle ultime elezioni regionali in Sicilia, comparandole ai risultati delle elezioni del 2008 e considerando i voti ottenuti dalle varie liste in valore assoluto (in questo modo si controlla per eventuali distorsioni nella lettura dei dati dovute all’incremento dell’astensionismo). Le variazioni fra le regionali del 2008 e quelle del 2012 sono presentate sia in valore assoluto che in percentuale (come spiegato nell’introduzione “se un partito passa da 150.000 voti a 135.000 diremo che ha perso 15.000 voti, pari al 10% dei suoi voti iniziali”). Abbiamo, inoltre, incrociato questi dati con il riepilogo dei risultati delle elezioni del 2008 e del 2012 pubblicato sul sito della Regione Sicilia, in modo da osservare anche le singole percentuali (e la loro variazione) dei voti ottenuti da ogni partito nelle due tornate.



Secondo l’analisi dell’Istituto Cattaneo, il Partito Democratico ha ottenuto la metà dei consensi rispetto al 2008 (-49%) anche se, aggiungendo i voti delle liste collegate (“Anna Finocchiaro Presidente” nel 2008 e “Movimento politico” nel 2012 per Crocetta), il calo dell’area Pd fra le due consultazioni si attenua (-36%). Su questa base, rispetto ai voti validi, il PD ottiene una percentuale del 19.6 % rispetto al 22% del 2008.



Anche l’area della sinistra radicale (Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi) perde notevolmente consensi rispetto al 2008, quando confluiva nella lista La Sinistra Arcobaleno. In termini percentuali passa dal 4.9% del 2008 al 3.1%.



L’unico partito che nell’area della sinistra guadagna rispetto al 2008 è l’Italia dei valori, che prende 18.000 voti in più rispetto alle precedenti regionali. La percentuale rispetto ai voti validi sale dall’ 1.8% al 3.5%.



L’Udc perde poco in termini percentuali passando dal 12.5% del 2008 all’11% del 2012, con un calo di 129.000 voti.



Il collasso maggiore avviene sul fronte del Popolo della libertà, che ha perso quasi i tre quarti del precedente elettorato (-72,5%). Il discorso cambia poco anche se si aggiungono ai voti del Pdl del 2008 quelli della lista “Lombardo presidente”, e a quelli delle regionali 2012 quelli della lista “Musumeci presidente”. Guardando le percentuali, il Pdl passa dal 33% del 2008 al 13% dei voti.



In questo contesto l’unico partito che presenta un consistente aumento dei propri voti è il Movimento 5 Stelle che segna un incremento del 515%. In termini percentuali passa dall’1.7% delle regionali 2008 (quando si presentò come “Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano”) al 15% del 2012.



In sintesi il Pd mantiene “intatta” la propria forza solo apparentemente, in quanto la lieve perdita in termini percentuali nasconde in realtà un calo del 36% dei voti totali. Inoltre, contrariamente a quanto sostiene Bersani, non solo Grillo ma anche l’Idv aumenta i propri consensi, sia in valore assoluto che percentuale. Un “Pinocchio andante” per il Segretario.