L’inappropriatezza delle prescrizioni di farmaci e visite è uno dei problemi di forte interesse per le strutture sanitarie locali: si tratta, infatti, di spese superflue che, oltre a rappresentare un danno economico per il sistema sanitario nazionale, contribuiscono ad allungare le liste d’attesa.
Di recente, il dott. Carlo Masciocchi, docente del dipartimento di radiodiagnistica dell’Università dell’Aquila ha dichiarato, durante il 45esimo congresso della Sirm (Società Italiana di Radiologia Medica) che il 50% delle prescrizioni per gli esami radiologici (come appunto, tac e risonanze magnetiche) è inutile oppure inappropriate.
La conseguenza è quella, appunto, dell’allungamento delle liste d’attesa per questo tipo di prestazioni. Secondo Masciocchi, tra le ragioni di questo fenomeno sono da annoverarsi la tendenza ad una medicina difensiva (ovvero, prescrivere più esami, visite e farmaci del necessario per scongiurare eventuali procedimenti giudiziari e richieste di risarcimento da parte dei pazienti; qui potete leggere un articolo sul fenomeno) e il cambiamento del metodo di prenotazione di questi esami. Se, infatti, prima l’esame veniva prenotato attraverso il reparto di radiologia dell’ospedale, ora gli appuntamenti sono fissati dai Cup, i centri unici di prenotazione, dove lo staff non è specializzato e quindi non è in grado di valutare l’appropriatezza della richiesta.
Maschiocchi ha tuttavia specificato che non esistono dati a livello nazionale ma solo alcune indagini a livello regionale, forse facendo riferimento ad uno studio condotto dalla Ulss 7 (l’Unità Locale Socio Sanitaria) di Pieve di Soligo in Veneto. Di questo studio, che non sembra essere reperibile online, si parla in un articolo del Corriere del Veneto datato 2010. La ricerca fa riferimento all’analisi dell’appropriatezza prescrittiva dei medici di base, sostenendo che “il 50% delle tac potrebbe essere evitato con il ricorso alla risonanza magnetica”, e che “il 70% delle visite specialistiche è inutile ai fini delle patologie”.
Non sappiamo esattamente da dove provenga il dato citato da Masciocchi durante l’intervista ad Androkonos, e data la mancanza di un ampio spettro di studi e l’importanza del tema trattato, crediamo che Grillo dovrebbere essere più cauto a dare per certo questo tipo di dati. Ni!