All’indomani della vittoria di Obama alle elezioni presidenziali 2012, il ministro Terzi ricorda il peso specifico di Europa e Stati Uniti nell’economia mondiale. Ma il suo messaggio appartiene ad un’altra epoca. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, con un Pil di 15.653 miliardi e 16.414 miliardi di dollari rispettivamente, Usa e Ue pesano per circa il 45% sul Pil mondiale (pari a 71.277 miliardi). Anche volendo usare i dati 2011 (visto che i dati per quest’anno sono stime), il dato cambia di poco (47%) e non supera il 50% del totale millantato da Terzi. Solo andando indietro al 2009 le due economie potevano vantare di creare metà della ricchezza globale.
Se poi si volessero usare i dati del Pil a parità di potere d’acquisto (Ppa), come peraltro fa l’Fmi, si vede addirittura che i Pil combinati di Stati Uniti e Unione Europea non superano il 50% del totale mondiale dal 1991, quando nella Casa Bianca sedeva George Bush senior; oggi sarebbero “appena” il 38%.
Terzi, diplomatico di corso, pecca di grandeur ed esagera il peso delle due economie che a seconda del metodo usato contano per circa il 45% o il 38% del Pil globale. Un valore certamente significativo, ma troppo lontano da “più del 50%”, tale da far guadagnare a Terzi appena il 50% su questa dichiarazione: “Nì”!
PS. Nel grafico qui sotto si può vedere l’andamento dal 1980 al 2017 del peso delle due economie in termini di Ppa come percentuale del totale (l’ultimo anno per il quale il Fondo offre delle stime). La riduzione del peso specifico delle due economie occidentali è evidente, passando dal 56% circa del 1980 al 38% attuale per arrivare ad un 35% stimato nel 2017. Più marcato il calo dell’Unione Europea che nonostante i progressivi allargamenti ha visto il proprio peso specifico crollare dal 31% del 1980 al 19% del 2012, mentre “tiene botta” meglio l’America che passa dal 25% al 19% nello stesso periodo di tempo.