In occasione della presentazione del decreto legge n. 93/2013, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta dell’8 agosto 2013, il ministro dell’interno Alfano specifica i provvedimenti concernenti la prevenzione e la repressione della violenza durante le manifestazioni calcistiche, soffermandosi, in particolare, sullo strumento dell’arresto in flagranza differita.



Prima di entrare nel merito della dichiarazione, spendiamo poche righe per capire di cosa stiamo parlando. L’istituto dell’arresto in flagranza differita (nella prassi conosciuto anche come ‘arresto differito’), prevede l’estensione della possibilità dell’arresto, fuori dai limiti ordinari di flagranza, fino a 48 ore dall’avvenuto illecito purché sia risultato impossibile procedere all’arresto immediato e la prova del reato emerga inequivocabilmente da documentazione video-fotografica o da altri elementi oggettivi (per un approfondimento si veda anche questo documento del Servizio studi della Camera). Introdotto per la prima volta dal d.l. n. 28/2003, recante modifiche alla l. n. 401/1988 e convertito nella l. n. 88/2003, esso era originariamente destinato a rimanere in vigore sino al 30 giugno 2005. Tuttavia, la misura veniva successivamente riproposta, pur sempre entro intervalli temporali limitati: dal 2005 al 2007, dal 2007 al 2010, dal 2010 al giugno 2013. Da ultimo, per effetto del citato d.l. n. 93/2013 – convertito con modificazioni dalla l. n. 119/2013 e a cui si riferisce il ministro Alfano nella dichiarazione – l’efficacia della disciplina sull’arresto differito è stata prorogata al 30 giugno 2016.



Esaminato in breve l’iter legislativo dell’arresto differito, non resta che verificare se Alfano dice il vero in merito alla sua efficacia. Analizzando i dati forniti dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive (presi in esame anche in questo articolo dell’Istituto Tecné), relativi ai campionati di Serie A, Serie B e Lega Pro giocati dal 2004-2005 al 2011-2012, emerge effettivamente un miglioramento nella gestione dell’ordine pubblico. Come si vede nel grafico, il numero degli incontri di calcio con feriti si è ridotto, e non di poco: dai 209 casi registrati nella stagione sportiva 2004-2005, si è passati ai 60 del 2011-2012. In calo anche il numero dei feriti tra le forze dell’ordine (da 674 nel 2004-2005 a 37 nel 2011-2012); quello dei feriti tra tifosi e steward (nel 2004-2005 pari a 265, nel 2011-2012 pari a 83; tuttavia, si registra un lieve aumento rispetto ai 79 della stagione 2010-2011); il numero degli arrestati (passato dai 273 casi del 2004-2005 ai 75 del 2011-2012); il numero dei denunciati (nel 2011-2012 sono stati 504, otto anni prima i casi erano stati molti di più: 1.138).












Per finire, si registra anche il dato relativo alla categoria, tra quelle oggetto di studio, segnata da un maggior tasso di violenza nella stagione 2011-2012: è la Serie B, in cui ben 31 incontri hanno visto il ferimento di soggetti; seguono la Serie A (21) e la Lega Pro (8).



Un “Vero” ad Alfano non glielo toglie nessuno!