Non fa una piega. Nello scenario politico italiano le primarie sono una prerogativa del Partito Democratico. Le prime sono state introdotte nel 2005 da L’Unione per far scegliere ai cittadini il leader della coalizione di centrosinistra che avrebbe sfidato il governo in carica di Silvio Berlusconi. Le primarie successive si sono svolte in seno al Pd, che effettivamente, ad oggi, è l’unico partito in Italia che rimette ai cittadini la scelta del leader. Da sinistra a destra è infatti un tripudio di partiti e partitelli che ruotano attorno ad una figura (più o meno) carismatica, che si autoproclama leader o viene scelta internamente senza rivolgersi agli elettori – si pensi a Sel (Vendola), Idv (Di Pietro), Api (Rutelli), Udc (Casini), Fli (Fini), Pdl (Berlusconi) e Lega Nord (Bossi, ora Maroni). Fassino rivendica con un pizzico d’orgoglio questa peculiarità del Pd, che merita un inequivocabile “Vero”! Tuttavia è giusto comunque menzionare che esistono pareri discordi circa la “democraticità” delle nuove regole appena varate, criticate perchè, secondo alcuni, scoraggerebbero la partecipazione degli elettori.
«L’Italia, tra l’altro, non è certo al primo posto tra i suicidi [in carcere] in Europa, anzi è verso gli ultimi» (min. 16:20)
15 aprile 2025
Fonte:
Zapping – Radio 1