Sorprende che occorra un apposito provvedimento normativo per fare qualcosa che è già previsto nello Statuto Speciale della Regione Sicilia. All’articolo 15, comma 2, si legge infatti che “l’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria”.
Il presidente Rosario Crocetta non mente: il disegno di legge 241, presentato il 5 marzo 2013, prevede, effettivamente, “che nell’esercizio delle funzioni amministrative, laddove non svolte dalle Città Metropolitane, subentrino, in luogo delle attuali Province, i consorzi di Comuni ai quali viene riconosciuta la valenza di enti territoriali di secondo livello”. A tale dichiarazione di principio si era, poi, data una prima concretizzazione con il disegno di legge 278 intitolato “Norme Norme transitorie per l’istituzione dei liberi consorzi comunali”. Rosario Crocetta in questa dichiarazione aveva omesso di affermare che, per raggiungere tale risultato, non bastava la sola deliberazione di giunta, ma anche una legge approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana; legge che è stata approvata solamente in data 20 Marzo 2013 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia numero 16 del 29 marzo 2013. Al momento della dichiarazione, quindi, Rosario Crocetta, non poteva garantire al 100 percento l’effettiva abolizione delle nove Province siciliane.
Ma sarà stato davvero il primo? Di sicuro non si tratta del primo tentativo. Il 6 maggio 2012 gli elettori sardi hanno approvato a larga maggioranza quattro referendum abrogativi per altrettante Province, le più recenti: Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. A tale volontà popolare, però, non è ancora stato fatto seguire alcun provvedimento attuativo. Come si legge nel sito della Regione, il 30 gennaio scorso, è stato presentato un disegno di legge dall’iter legislativo, e dall’esito, tuttora incerto.
Tirando le somme, Rosario Crocetta ha ragione nell’affermare di essere il primo ad aver abolito le Province. Sebbene al momento della dichiarazione abbia peccato di eccessivo ottimismo in quanto l’abolizione non era effettiva e avrebbe potuto essere bocciata dal parlamento siciliano, Pagella Politica classifica questa dichiarazione con un “Vero”!