Quanta confusione su questi 60 miliardi di euro! Ci casca anche il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ma non è l’unico. Scopriamo perché. La cifra è diventata virale nel panorama politico italiano grazie ai maggiori giornali, tutti inclusi: da Repubblica a Libero, dal Sole 24 Ore al Fatto Quotidiano, perfino all’estero con Reuters e il Washington Post. Ma da dove salta fuori questa cifra?
Nel 2004 la Banca Mondiale ha pubblicato un rapporto sui costi economici della corruzione nel mondo. L’analisi ha stimato che il valore delle tangenti pagate ammontava a 1 trilione di dollari, il 3% del Pil mondiale all’epoca. Tanto è bastato a qualcuno per immaginare un’analogia: se è il 3% del Pil del mondo, sarà anche il 3% del Pil italiano: per l’appunto, circa 60 miliardi di dollari (che nei giornali sono, peraltro, diventati inspiegabilmente euro). La stima è stata successivamente pubblicizzata come il costo totale della corruzione italiana. L’errore è stato denunciato dallo stesso Servizio Anticorruzione italiano, nella sua relazione al parlamento 2010 (p. 6), facendo tra l’altro riferimento all’esame effettuato dalla Commissione Europea sul fenomeno – che stima il costo totale della corruzione a livello europeo a 120 miliardi di euro. Proprio in merito a questo ultimo studio, infatti, è stata la stessa Corte dei Conti, menzionando i famosi 60 miliardi nella sua ultima relazione, a spiegare che “rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue, l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa! Il che appare invero esagerato per l’Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell’Unione Europea”.
Grasso sbaglia infine a qualificare le stime: quei 60 miliardi rappresenterebbero il costo della corruzione e non l’ammontare recuperabile intensificando gli sforzi di contrasto – che implicherebbe in realtà una sua totale eliminazione.
Per un approfondimento sul tema rimandiamo a un post di Quattrogatti.info.
Un po’ di confusione per Grasso, certo non aiutato dal tam tam mediatico su questo punto e dall’assenza di stime più precise sul fenomeno: “Pinocchio andante”!