il 1 dicembre 1981 fu diagnosticato il primo caso di Aids. Ogni anno, in quel giorno, viene celebrata la Giornata Mondiale contro l’Aids, preceduta da settimane di sensibilizzazione sul tema. Il discorso di Di Battista alla Camera si inserisce in questo contesto.



Prima di entrare nel merito dell’analisi, cerchiamo di fugare alcuni possibili fraintendimenti. Aids e Hiv non sono la stessa cosa, ma siccome non siamo degli esperti di medicina ci affidiamo, per completezza di informazione, a questo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’, e per un’esigenza di sintesi e immediata chiarezza, alle parole dell’Unicef. L’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) è una malattia provocata dall’Hiv, un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. Nelle persone affette da Aids il sistema immunitario non è più in grado di difendere l’organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente a causa delle infezioni cosiddette “opportunistiche”. Non esiste una cura o un vaccino per eliminare definitivamente l’Hiv dal corpo. Le persone che contraggono il virus Hiv (sieropositive) non sono malate di Aids, anche se sono destinate a diventarlo, in assenza di cure adeguate.



Chiarito questo punto fondamentale, vediamo di capire se quanto affermato dall’Onorevole pentastellato corrisponda al vero. Per tale scopo – e su suggerimento dello stesso Di Battista – abbiamo consultato i dati di Unaids, relativi al 2012. Nella tabella a pagina 4 leggiamo che le persone che attualmente convivono con il virus dell’Hiv (si tratta, sottolineiamolo, di stime) sono 860.000. Di Battista quindi ha sbagliato? No, perchè a questo numero dobbiamo aggiungere gli 1,3 milioni di persone sieropositive che vivono in Europa Orientale e in Asia Centrale, per un totale di 2,2 milioni (questi sono i Paesi ricompresi in quest’area geografica, secondo Unaids: Armenia, Azerbaijan, Belarus, Georgia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Republic of Moldova, Russian Federation, Tajikistan, Ukraine, Uzbekistan). Per quanto alcuni di questi Paesi difficilmente siano considerabili europei, va sottolineato che anche l’ufficio regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità adotta, salvo alcune differenze, attua questa ripartizione geografica e conferma questi numeri. Quanti sono, invece, i sieropositivi inconsapevoli? In questo caso la stima è, per ovvie ragioni, ancora più incerta. Ad ogni modo, Di Battista cita il numero corretto riportato proprio da Unaids: proprio uno su tre.



Pagella Politica accoglie di buon grado le occasioni in cui il fact-checking può diventare momento di approfondimento sui temi sociali e vogliamo sottolineare l’importanza di una maggiore e corretta informazione; invitiamo chi fosse interessato a consultare il sito della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids. Tornando all’analisi, Di Battista sbaglia davvero di poco, ma questa lieve imprecisione non gli costa il gradino più alto del podio: “Vero”!