Bersani cerca di sottolineare come il Pd abbia contribuito al rinnovamento del parlamento molto più di quanto abbia fatto il Movimento 5 Stelle. Effettivamente, molti dei volti più famosi della vecchia politica non si sono più presentati alle elezioni e non siedono più nelle due Camere, anche se siamo sicuri che i lauti vitalizi a loro disposizione sapranno consolarli a dovere.


Ma in che misura i partiti hanno realmente contribuito a rinnovare la composizione delle Camere? A tal riguardo risulta molto interessante un’analisi pubblicata su Formiche.net, che a sua volta riprende i dati dell’indagine portata avanti da Federico De Lucia del Cise, il Centro italiano Studi Elettorali. Si legge: “A questo rinnovamento contribuiscono in modo molto massiccio i nuovi partiti, che nel parlamento uscente non erano rappresentati: il Movimento 5 Stelle in gran parte, ma anche Sel. Non si deve dimenticare però che anche alcune delle forze politiche già rappresentate hanno contribuito in misura molto significativa a questo turn over: il Pd, la forza politica parlamentare maggiore, ha un tasso di rielezione del 35,2%, e le matricole democratiche all’esordio a Montecitorio e a Palazzo Madama saranno addirittura un centinaio in più degli eletti totali grillini”.


Entrando nel cuore dell’analisi del Cise, possiamo vedere come gli eletti nel Pd siano 412, di cui rieletti solo 145 – corrispondenti al 35,2% dei parlamentari totali. Questo significa che le new entries, per il solo Partito Democratico, ammontano a 267 eletti. Il M5S ha ottenuto 163 seggi e ovviamente si tratta di persone tutte elette per la prima volta. Stando a questi dati, quindi, Bersani ha pienamente ragione. Per completezza di informazione riportiamo come il Pdl abbia rieletto 144 parlamentari su 199 (il 72,4%), mentre Scelta Civica con Monti 8 su 66 (12,1%).