Continua l’analisi del voto di Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, che alle elezioni europee del 25 maggio ha conquistato il 3,66% dei voti. Meloni sostanzialmente afferma che il Nuovo Centrodestra guidato da Alfano, senza il contributo dell’Udc di Casini, avrebbe preso meno dei voti di Fratelli d’Italia, nonostante Ndc possa contare su un’esposizione mediatica superiore grazie ai ministri Alfano, Lupi e Lorenzin.
Ncd-Udc si è aggiudicata circa 1,2 milioni di voti – pari al 4,38% dei consensi – ottenendo circa 196 mila voti in più rispetto a Fratelli d’Italia. E’ impossibile stabilire con esattezza quanti di questi voti possano essere attribuiti al contributo dell’Udc. Secondo le stime di Swg, 200 mila voti provenienti dall’Udc sono andati alla lista Ncd-Udc, mentre altri 110 mila sono stati assorbiti dal Pd e 50 mila da Forza Italia. Possiamo pertanto cercare di seguire il ragionamento di Meloni e vedere se i conti tornano, confrontando questi dati a quelli delle elezioni politiche del 2013.
In quell’occasione, l’Udc alla Camera ottenne l’1,79%, pari a circa 608 mila voti (al Senato si presentava unito nella lista Monti). Se l’Udc avesse perso metà dei voti (ovvero 304 mila), la compagine Ncd-Udc avrebbe ottenuto il 3,27%. Se invece prendiamo le stime di Swg, per cui 200 mila voti del totale raccolto da Ncd-Udc possono essere attribuiti allo schieramento di Casini, la compagine Ncd-Udc avrebbe preso il 3,65%. A meno che Meloni non stesse ragionando in termini percentuali: in questo caso, se l’Udc avesse perso metà del suo 1,79% (quindi lo 0.9%), lo schieramento di Alfano avrebbe raccolto il 3.49%.
Per quanto ci possano essere dei limiti a fare questo tipo di confronti, appare altamente probabile che Ncd, senza l’apporto dell’Udc, non avrebbe superato la soglia di sbarramento del 4% e si sarebbe piazzata al di sotto di Fratelli d’Italia. Le imprecisioni di Meloni sulla percentuale che avrebbe ottenuto Ncd sono nell’ordine dello 0,2%, non abbastanza per macchiare il risultato finale: “Vero”!