Stando ad una nostra rielaborazione sui dati Eurostat più recenti, pubblicati nel 2010 e risalenti al 2007, il Sindaco di Firenze non ha tutti i torti ad indicare nel sistema universitario italiano uno dei nostri talloni d’achille. Se consideriamo, infatti, le risorse pubbliche destinate dagli stati dell’Europa a 15 ai rispettivi sistemi universitari (intendendo per Europa a 15 il gruppo di paesi membri prima del progressivo allargamento ad est, iniziato nel 2004), l’Italia è effettivamente messa maluccio.
A fronte di una spesa media per l’istruzione terziaria-universitaria del 1,29% del Pil, infatti, nel 2007 l’Italia spendeva lo 0,76% del proprio Pil; la spesa media per studente universitario, inoltre, era di euro 7.159, a fronte di una spesa media (UE 15) di euro 11.519 per studente universitario: ben il 40% in meno. Senza contare che la spesa per il personale pesava per circa il 78,00% del totale (per una media UE di 78,79%), mentre la spesa in conto capitale arrivava solo al 5,66% del totale (per una media UE di 7,73%).
Non sono cifre da fallimento totale, ovviamente, ma c’è comunque di che preoccuparsi, soprattutto se ci confrontiamo con i paesi più virtuosi… Non possiamo quindi che promuovere il “rottamatore” con un bel “vero”!