Matteo Renzi, ospite di Daria Bignardi, ricorda che il Porcellum fu opera dell’allora maggioranza mentre gli esponenti del centrosinistra muovevano critiche all’iter procedimentale, ossia il mancato coinvolgimento dell’opposizione in una materia definita sostanzialmente costituzionale.



La famigerata legge elettorale, ossia la legge 270 del 2005, è stata approvata in via definitiva al Senato nel dicembre 2005, quando a governare c’era la maggioranza di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi.



L’esame in Commissione Affari Costituzionali della Camera è iniziato il 3 marzo 2005 e terminato il 28 settembre 2005, prima di essere approvato il 13 ottobre con 335 presenti perchè i gruppi di opposizione hanno deciso di abbandonare l’aula. Infatti, come si vede dalla scheda degli interventi della votazione sul testo finale alla Camera, i rappresentanti dei partiti di opposizione (Fassino dei Ds, Diliberto dei Comunisti Italiani, Mattarella della Margherita, Pecoraro Scanio dei Verdi, Pisicchio dei Popolari Udeur, Giordano di Rifondazione Comunista) hanno manifestato il proprio dissenso dichiarando di non partecipare alla votazione. Per quanto riguarda il Senato, i ddl inclusi nel testo unico, approvato in via definitiva a dicembre con 160 voti in favore, portano la firma di esponenti della maggioranza di governo (An, Fi), tranne quella di Antonio Soda (Ds) che ha ritirato la propria firma. Inoltre, come si vede dalla scheda contenente le dichiarazioni di voto al Senato gli esponenti dei partiti di opposizione, sulla linea di quanto accaduto al Senato, hanno mostrato la propria contrarietà all’approvazione della legge.



Passiamo alla parte della dichiarazione in cui Renzi ricorda chi ha espresso il proprio dissenso rispetto alla legge. Durante la seduta (dell’11 ottobre 2005) sulla legge elettorale alla Camera, l’allora presidente del gruppo dei Democratici di Sinistra-l’Ulivo alla Camera Luciano Violante sostiene (pag.5 del resoconto) che le leggi elettorali debbano coinvolgere tutte le forze politiche e non debbano obbedire a interessi elettorali di parte. Durante la dichiarazione dice prima: “Quelle regole si fanno insieme, non le impone una parte all’altra” e, in un passo successivo rafforza il suo pensiero dicendo Cambiare le regole elettorali con la sola maggioranza vuol dire rendere permanentemente instabile il sistema politico: ogni vincitore sarebbe tentato di usare a proprio vantaggio la posizione di cui gode ed il sistema non troverebbe mai un proprio equilibrio”.



Nella medesima seduta, nell’intervento successivo a quello di Violante (pag 8 del resoconto), Dario Franceschini, sulla stessa linea di pensiero, argomenta portando alla memoria quanto successo nella legislatura precedente: Il principio secondo il quale la legge elettorale si cambia soltanto con un’intesa tra maggioranza e opposizione è stampato nelle regole di una democrazia parlamentare e noi lo rispettammo nella passata legislatura, quando disponevamo di un testo, sottoscritto da tutta la maggioranza di allora e da Rifondazione comunista, che era il frutto – molti colleghi se lo ricorderanno – di mesi di trasparente e collaborativo rapporto tra i due schieramenti in Commissione“.



Lo stesso Piero Fassino, allora segretario del Pds, durante la seduta in assemblea del 13 ottobre (pag. 83 del resoconto) ha pronunciato le seguenti parole: Quello che voglio dire è che in realtà anche voi sapete benissimo che cambiare una legge alla vigilia della campagna elettorale e facendolo da soli, sottraendosi a qualsiasi confronto, è un atto di imposizione e di arroganza. E allora perché lo fate?”.



Dunque, il senso di queste parole usate è indiscutibilmente quello riportato da Renzi. Non abbiamo trovato dichiarazioni sul percorso di approvazione della legge da parte di Bersani; a questo proposito è da sottolineare che al momento dell’approvazione della legge che ha modificato il sistema elettorale e fino al 2006 era parlamentare europeo.



Oltre alla confusione su Bersani, che – precisiamo – potrebbe anche essere dovuta al fatto che non abbiamo trovato sue dichiarazioni sul tema, Renzi mette insieme in maniera sbagliata i Ds e il Pd, nato dall’unione di Ds e Margherita. Tuttavia, sulla base delle informazioni a noi disponibili, il dato su chi ha promosso il Porcellum e chi lo ha avversato è corretto, “Vero” per Renzi!