La portavoce M5S Roberta Lombardi rilascia questa dichiarazione a seguito della relazione del premier uscente Mario Monti sul Consiglio europeo del 14 e 15 marzo.
Vediamo se la Lombardi cita correttamente la legge 234 del 2012, c.d. Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea. La legge, oltre ad istituire il Comitato Interministeriale per gli Affari europei (Capo I) e trattare della partecipazione degli enti locali al processo di formazione degli atti dell’Ue (Capo V), include numerose disposizioni sul ruolo del parlamento (Capo II). Tale decisione è in parte conseguenza del Trattato di Lisbona che, anche in seguito al sempre maggior peso dei Consigli europei e alla loro minore democraticità, ha predisposto un allargamento del ruolo dei parlamenti nazionali, in particolare per quanto riguarda la sussidiarietà (per più informazioni si legga questo dossier di Euractiv sui parlamenti nazionali ed il processo decisionale europeo).
All’articolo 4, comma 1, si legge quanto asserito dalla capogruppo M5S: “Prima dello svolgimento delle riunioni del Consiglio europeo, il governo illustra alle Camere la posizione che intende assumere, la quale tiene conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati. […] Il governo informa i competenti organi parlamentari sulle risultanze delle riunioni del Consiglio europeo e del Consiglio dell’Unione europea, entro quindici giorni dallo svolgimento delle stesse“.
Insomma, la Lombardi cita correttamente la legge 234/2012 e si guadagna un “Vero”. Rileviamo, però, che il nuovo parlamento non si era ancora insediato prima del Consiglio europeo e, come spiegato nella lettera d’invito, lo stesso Monti aveva tentato di sopperire a questo mancato giro di consultazioni convocando a Palazzo Chigi i leader dei tre partiti principali.