L’ex Presidente del Consiglio cita correttamente i dati dell’ultimo rapporto sulla coesione sociale di Istat, Inps e Ministero del Lavoro. Il rapporto parla, infatti, di 2 milioni 782 mila famiglie in condizione di povertà relativa in Italia nel 2011, che corrisponde a 8 milioni 173 mila individui – il 13,6% dell’intera popolazione. La stima è calcolata sulla base di una soglia convenzionale, la linea di povertà, che individua il valore di spesa per consumi al di sotto della quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. Il rapporto precisa che la soglia per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, e nel 2011 era di 1.011,03 euro.  


Analizzando i dati a livello regionale, la provincia di  Trento (3,4%), la Lombardia (4,2%), la Valle d’Aosta e il Veneto (4,3%)  presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà. La situazione peggiore si riscontra nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia (27,3%) e Calabria (26,2%), dove oltre un quarto delle famiglie sono povere.


“Vero” per Berlusconi.