In occasione della presentazione del cosiddetto “decreto dignità”, Luigi Di Maio ha parlato delle problematiche legate al gioco d’azzardo in Italia. Secondo il ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, nel nostro Paese un minore su due avrebbe giocato almeno una volta nella vita.
Verifichiamo.
Studenti e azzardo
Lo studio realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR Consumi d’azzardo 2017 fornisce i dati più recenti sulla situazione del gioco d’azzardo in Italia. Il rapporto di ricerca è stato realizzato tramite un questionario anonimo su un campione rappresentativo della popolazione italiana e di età compresa tra i 15 e i 74.
Il rapporto indica che il 44,2% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita. Tra gli studenti minorenni (dunque di 15, 16 e 17 anni), per cui il gioco è illegale, la percentuale scende al 40,2%.
Le tipologie di gioco praticate sono varie: tra le più diffuse le scommesse sportive, fatte dal 49,2 per cento dei giovani giocatori tra i 15 e i 19 anni. Ma il primo posto è del Gratta&Vinci, con circa due terzi dei giovani giocatori interessati (64,7%). Seguono Lotto, Superenalotto, 10 e Lotto, Win for Life, Totocalcio/Totogol, Bingo, slot machine e videolottery (14,8%) e altro.
La ricerca riguarda gli studenti tra i 15 e i 17 anni. Secondo i dati forniti dal Miur, in quella fascia d’età vanno a scuola 1.413.850 ragazzi negli istituti statali e 50.375 nelle scuole paritarie, per un totale di 1.464.225 giovani. Il 40,2% che ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita equivale quindi a circa 590 mila giovani (588.618).
Sul totale dei minori residenti in Italia al primo gennaio 2017, ovvero 9.910.710 persone tra gli zero e i diciotto anni, i giocatori individuati dalla ricerca IFC-CNR rappresentano quasi il 6% del totale.
Tutti i giovani
Ci sono poi i 15-17enni che non vanno a scuola. L’obbligo scolastico dura fino al sedicesimo anno d’età e la grande maggioranza dei diciassettenni e diciottenni prosegue gli studi: tuttavia, un certo numero di ragazzi abbandona subito dopo aver assolto l’obbligo o non frequenta per altri motivi. Secondo i dati Istat, i residenti in Italia tra i 15 e i 17 anni erano 1.728.126 al 1° gennaio 2017, uno scarto con la popolazione scolastica di circa 250 mila unità.
In assenza di studi specifici, non sappiamo quanto sia diffuso il gioco d’azzardo tra i circa 250 mila ragazzi che hanno tra i 15 e i 17 anni ma non vanno a scuola. Se la percentuale fosse la stessa dei loro coetanei tra i banchi (il 40,2%), staremmo parlando di altri 105 mila ragazzi circa che hanno giocato almeno una volta nella vita, portando il totale a circa 695 mila persone.
Se mettiamo a confronto questi 695 mila ragazzi con l’intera popolazione minorenne residente in Italia al 1° gennaio 2017 (9,9 milioni di unità) essi rappresentano il 7% del totale.
Nello studio IFC-CNR non sono riportati dati specifici per quanto riguarda i minori di età inferiore ai quindici anni, ma vista l’assenza di studi a riguardo e l’attenzione che invece viene riposta ad altre fasce di età (15-19 anni, 15-34 anni), si può ragionevolmente ipotizzare che gli under 15 siano toccati solo marginalmente dal fenomeno.
Il verdetto
Luigi Di Maio ha affermato che in Italia un minore su due ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita. Si tratta di un’affermazione sbagliata. Uno studio recente ha preso in considerazione gli studenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e ha concluso che si tratta del 40,2% dei circa 1,5 milioni totali. Rappresentano quasi il 6 per cento degli under 18.
Luigi Di Maio probabilmente voleva riferirsi agli studenti con più di 15 anni e non ai “minorenni” – nel qual caso, la sua sarebbe stata un’imprecisione. Ma, considerando la dichiarazione rilasciata, il ministro si merita un “Pinocchio andante”.