L’ex “Rottamatore” torna a colpire al cuore la nomenklatura democratica. Nella sua stilettata, accusa il calo degli iscritti nel partito, a suo avviso imputabile ad un modello organizzativo ormai desueto. Lasciamo ai nostri lettori il compito di valutare l’eventuale obsolescenza di tale modello; noi invece ci concentreremo sulla parte meramente numerica della dichiarazione.
Pierluigi Bersani diventa segretario del Partito Democratico dopo aver trionfato nelle primarie dell’ottobre del 2009, che lo vedono opposto al suo predecessore, Dario Franceschini, e all’attuale sindaco di Roma, Ignazio Marino. In quell’anno, al termine della fase di tesseramento in vista del congresso, il partito annuncia 820.607 iscritti; un arrotondamento per difetto, quello di Renzi, che si rivela ineccepibilmente corretto. Tale cifra scende poi a 607.897 nel 2011, come possiamo leggere nel bilancio sociale relativo a quell’anno. Il trend sembra quindi indubbiamente negativo, ma avrà ragione il sindaco di Firenze ad accusare un calo così drastico a distanza di pochi anni?
Gli ultimi dati a disposizione sono relativi al 2012 ma sono stati presentati solo lo scorso 8 settembre insieme al bilancio sociale per quell’anno (l’intervento di Renzi è di appena qualche giorno dopo). Purtroppo il bilancio sociale, contrariamente a quanto dichiarato alla presentazione, non è ancora stato caricato nella sezione Trasparenza del sito del partito. Per questo motivo ci rifaremo a quanto riportato dai media, nello specifico da Europa Quotidiano – ben informato sulle vicende Pd – dove leggiamo che “l’anno si è chiuso con 500.163 iscritti nei 6.202 circoli”. Probabilmente il sindaco di Firenze ha fatto riferimento ad un recente comunicato stampa del partito dove si legge che “la percentuale dei tesserati 2013 è pari al 50 degli iscritti nel 2012”. Limitandoci a questo, Renzi sembrerebbe avere ragione; è pero errato comparare adesso il valore del 2013 con quello del 2012, in quanto la campagna di tesseramento è ancora in corsa, “la percentuale dei rinnovi rispetto all’anno prima era esattamente la stessa” e, come ci confermano dall’Ufficio Stampa del Partito, si attende un picco in attesa del Congresso di dicembre.
Renzi, quindi, sbaglia nell’utilizzare come valore finale un dato non ancora completo. La correttezza sugli iscritti del 2009 lo salva dal rosso pieno: “Pinocchio andante”!