Rosario Crocetta affronta un tema di evidente attualità, quello degli sbarchi degli immigrati a Lampedusa, e lo fa accusando in generale i Paesi occidentali di non aver pensato a come sostenere gli abitanti di Nazioni come la Libia a seguito delle vicende politiche di cui è stata protagonista, e di essersi preoccupati soprattutto dei risvolti militari ed economici. In questo contesto, il governatore afferma di essere stato uno degli unici due parlamentari europei italiani ad essersi opposto alla no-fly zone sui cieli libici, ovvero l’istituzione di una zona entro la quale vige il divieto di sorvolo. La no-fly zone in condizioni di guerra è volta a monitorare i transiti di aeroplani che possano intraprendere azioni offensive, ossia colpire obiettivi a terra. Questo tipo di provvedimento è preso anche in altri contesti, come ad esempio durante eventi di grande portata quali il G8 o le Olimpiadi. Prima di verificare l’affermazione del governatore, riassumiamo in breve la vicenda.
Poco dopo la rivolta del 17 febbraio 2011 contro il regime di Gheddafi, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisce su richiesta del governo francese per prendere delle decisioni rispetto alla repressione delle insurrezioni da parte del regime. L’azione diplomatica promossa dal Presidente francese Nicolas Sarkozy, dal Premier inglese David Cameron e dal Presidente statunitense Barack Obama ha successo, non senza vicissitudini. Il 10 marzo il Parlamento Europeo vota la risoluzione sulla no-fly zone e, ottenuto il sostanziale beneplacito europeo, il 17 marzo il Consiglio di Sicurezza Onu approva la risoluzione 1973 che consente di prendere tutte le “misure necessarie” per proteggere la popolazione civile, ad eccezione dell’occupazione militare. Il Presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, e l’Alto Rappresentante, Catherine Ashton, rilasciano un comunicato di approvazione. Iniziano così le operazioni di delimitazione della no-fly zone a cui prendono parte anche alcuni Paesi arabi (per maggiori approfondimenti riguardo la situazione attuale della Libia vi suggeriamo la lettura di questo e questo articolo dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).
Tornando alla dichiarazione di Crocetta, le sue parole sono facilmente verificabili attraverso il sito VoteWatch Europe, una associazione indipendente che pubblica le votazioni e le attività dei diversi organi europei. Il 10 marzo il Parlamento Europeo approvò la risoluzione sulla no-fly zone, con 584 voti favorevoli, 18 voti contrari e 18 astenuti. I parlamentari italiani votarono a favore, ad eccezione di Rosario Crocetta e di Sergio Cofferati che si dichiararono contrari. “Vero”!