Matteo Renzi mette in luce i primi risultati positivi sul fronte dell’occupazione, sottolineando un aumento di oltre 50 mila posti di lavoro. E’ proprio così?






Gli ultimi dati Istat, pubblicati il primo luglio, si riferiscono alla situazione degli occupati e disoccupati a maggio 2014. L’Istat rileva che “a maggio 2014 gli occupati sono 22 milioni 360 mila, in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente (+52 mila)” – dunque dice bene Renzi. Tuttavia il Premier dimentica di aggiungere che, sempre secondo l’Istat, anche la disoccupazione è aumentata rispetto al mese precedente (+0,8%, che in numeri assoluti vuol dire +26 mila disoccupati).



Com’è possibile che aumentino allo stesso tempo il numero degli occupati e quello dei disoccupati? Questo perché il numero di posti di lavoro in una società non è fisso – un equivoco noto come lump of labour fallacy. La forza lavoro, vale a dire la somma degli occupati e dei disoccupati, è pertanto aumentata nell’ultimo mese. Il confronto congiunturale rispetto alla situazione nel maggio 2013, riportato nei grafici a fianco, mostra tuttavia un livello di occupati inferiore e un tasso di disoccupazione superiore.



Renzi sottolinea correttamente la notizia positiva dell’incremento dell’occupazione nell’ultimo mese. Ma tacendo dell’aumento della disoccupazione, e complice la frase successiva – “fa notizia l’albero che cade e non la foresta che cresce” – fa passare un messaggio decisamente fuorviante. Ci sentiamo pertanto di assegnare un “Nì”.