Il ministro Orlando torna a misurare la condizione di sovraffollamento delle carceri e ne sottolinea i progressi visti negli ultimi tempi.



La tappa fondamentale del processo di miglioramento delle condizioni carcerarie è la sentenza Torreggiani con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a gennaio 2013, aveva ingiunto allo Stato italiano di introdurre entro un anno “un ricorso o un insieme di ricorsi interni idonei ad offrire un ristoro adeguato e sufficiente per i casi di sovraffollamento carcerario, in conformità ai principi stabiliti dalla giurisprudenza della Corte“. Ricordiamo che la sentenza è divenuta però definitiva il 27 maggio quando la Grande Camera ha deciso di rigettare l’istanza presentata dal governo italiano per il riesame.



Vediamo innanzitutto se c’è stata la deflazione di cui parla il guardasigilli utilizzando i dati pubblicati sul sito del Ministero della Giustizia. Facciamo partire la misurazione dal periodo della sentenza Torreggiani e misuriamo il numero di detenuti presenti ad intervalli trimestrali fino ai dati più recenti. Come si vede nel grafico sotto, da dicembre 2012 – quando i detenuti presenti erano 65.701 – a giugno 2013 il numero di detenuti è stato piuttosto stabile, ed è stato registrato anche un leggero incremento. Nel periodo tra giugno e settembre 2013 si registra l’inizio del trend decrescente che prosegue fino a maggio 2014, mese dell’ultimo aggiornamento disponibile, quando i detenuti presenti sono 58.862, poco in più rispetto a quanto riportato dal ministro.






Detenuti presenti



Una tappa fondamentale al fine della deflazione delle carceri è senza dubbio il cosiddetto decreto “svuota-carceri” del primo luglio 2013 che ha cercato di dare una rapida risposta alle richieste della sentenza Torreggiani introducendo, tra le altre cose, la conclusione anticipata della detenzione nel caso in cui la pena sia inferiore a tre anni, e ha posto dei limiti alla custodia cautelare. L’altro intervento fondamentale è stato il decreto svuota-carceri del 2014 che ha aumentato il tetto di pena in grado di assicurare l’affidamento ai servizi sociali, rispetto alle pene alternative al carcere ha esteso l’ambito di applicazione del braccialetto elettronico, in seguito alla bocciatura della legge Fini-Giovanardi da parte della Corte Costituzionale ha modificato la disciplina sul reato di spaccio, ha aumentato lo sconto di pena da 45 a 75 giorni per ogni semestre, ha facilitato il rimpatrio dei detenuti stranieri colpevoli di reati entro due anni di pena. Come si legge dalla sezione tematica del sito della Camera dedicata all’attività legislativa sul tema “carceri”, questi due provvedimenti seguono la traccia di un percorso avviato già dal 2010 con la legge 199 che ha disposto l’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a 18 mesi.



Dunque il processo di deflazione delle carceri sembra essere sostenuto, almeno dall’estate scorsa. Anche se il ministro arrotonda per difetto il numero di detenuti attualmente presenti nel sistema carcerario italiano, il giudizio di Pagella Politica è “Vero”!