Nella seduta del 20 agosto 2013 veniva presentato alla Camera il decreto recante, tra l’altro, disposizioni urgenti in materia di sicurezza e contrasto alla violenza di genere. Precisamente, la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, dava comunicazione che il Premier aveva presentato alla presidenza il disegno di legge n. 1540 di conversione del decreto legge n. 93 del 2013. Al riguardo, sul sito del Ministero dell’Interno è reperibile un quadro dei tratti essenziali della relativa legislazione.






Ciò premesso, la seduta si svolgeva in modo tutt’altro che pacifico, come avevamo riportato in quest’analisi, immediatamente successiva all’evento. In particolare, l’elemento controverso risultava essere, più che il merito della normativa in sé, la data in cui l’assemblea era stata convocata, il 20 agosto appunto. Si trattava, evidentemente, di una convocazione anticipata dei lavori parlamentari, prima della ripresa dopo la pausa estiva. La stessa presidente Boldrini, di fronte alle vivaci contestazioni provenute dalla minoranza, chiariva da subito la ragione di tale convocazione, ancorando la stessa alla disciplina costituzionale (art. 77) e al Regolamento della Camera (art. 96-bis), come può leggersi dal resoconto stenografico della seduta in questione e come avevamo già approfondito in questa analisi.



Venendo ora all’individuazione del numero di deputati presenti quel giorno, banche dati quali Open Parlamento o il sito della Camera non risolvono la questione, non riportando – soprattutto in considerazione del fatto che non era prevista una votazione – le presenze. Le cronache riportavano la presenza nell’aula di Montecitorio di un numero complessivo di 104 unità. Tra i banchi del governo compariva solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Quanto all’assemblea, presenziavano 45 parlamentari del Partito Democratico, 4 del Popolo della Libertà, 5 della Lega, 22 del Movimento 5 Stelle, 15 di Scelta Civica, 8 di Sinistra Ecologia e Libertà e 4 appartenenti al Gruppo Misto.



Pertanto risulta corretta la dichiarazione, pur approssimativa, che proviene dal Segretario del Partito Democratico, Guglielmo Epifani.



Utile, per concludere, è ricordare che in data 9 ottobre 2013, con il via libera del Senato alla conversione del decreto legge n. 93 del 2013 sul cosiddetto femminicidio, sono divenute legge – precisamente, si tratta della legge n. 119/2013 – le nuove misure per il contrasto alla violenza di genere, rinviando qui per un commento in merito alle principali innovazioni introdotte.