Luigi Di Maio scrive ai presidenti dei parlamenti europei per invitarli alla Settimana della Terra durante la quale, secondo il vicepresidente della Camera, verranno evidenziate le grandi potenzialità ambientali e culturali del Paese.



Tra queste, Di Maio ricorda l’alta presenza di siti considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, l’agenzia Onu per l’Educazione, Cultura e Scienza. La lista completa annovera 1.007 siti divisi in 161 Paesi, di cui 45 considerati “in pericolo” (in rosso nella mappa di cui sotto) a causa di fenomeni naturali o di interventi dell’uomo che mettono a repentaglio l’incolumità del sito (al contrario, sono 30 i Paesi membri dell’Unesco sprovvisti di un sito iscritto alla lista).






L’Italia è effettivamente in cima a questa classifica. Con 50 siti iscritti, il Belpaese precede Cina (47) e Spagna (44). E’ il caso di sottolineare che si tratta comunque di una goccia nell’oceano (il 5% circa di tutti i siti), dal momento che i governatori di Lazio e Sicilia su questi dati in passato hanno esagerato non poco, affermando che le loro regioni abbiano, rispettivamente, un quarto e un terzo del patrimonio culturale del mondo, lasciandone meno della metà per tutti gli altri. Di Maio è più modesto e si guadagna un “Vero”.