L’albo degli elettori delle primarie non rappresenta un’assoluta novità, dal momento che qualcosa di molto simile è stato già sperimentato sia in Italia che in Europa.
L’articolo 3 del regolamento per le primarie del centrosinistra, approvato dal Collegio dei garanti il 19 ottobre scorso, stabilisce che per votare, oltre ad essere in regola con i requisiti determinati dalla legge in materia di voto, bisogna aver sottoscritto (a partire da tre settimane prima delle primarie fino al giorno del voto) il Pubblico Appello di sostegno alla coalizione, dichiarando così di riconoscersi nella carta di intenti del centrosinistra e quindi iscriversi all’albo degli elettori.
In Italia, su scala nazionale, le primarie di coalizione aperte – ossia non chiuse solo agli iscritti al partito – per scegliere il candidato premier sono state introdotte dal centrosinistra nel 2005. Anche in quell’occasione il regolamento (Art.6) stabiliva che era necessario dare espresso consenso affinche’ il proprio nominativo fosse inserito nell’elenco dei partecipanti alla votazione e l’elenco stesso fosse reso consultabile al pubblico per eventuali verifiche.
Lo stesso e’ stato previsto dai regolamenti per le primarie del 2007 e del 2009, anche se in queste occasioni il voto non era per determinare il candidato premier ma per la costituzione del Partito Democratico e l’elezione del Segretario Nazionale nel 2007, e per la scelta del Segretario Nazionale e delle assemblee nazionali e regionali nel 2009.
Dunque, i votanti hanno firmato un testo in cui dichiaravano di essere elettori di centrosinistra e davano la disponibilità all’inserimento del proprio nome in un albo anche in occasione delle precedenti primarie. La novità introdotta in queste primarie è che l’iscrizione all’albo non viene effettuata nello stesso momento e nello stesso posto del voto.
Un’interessante ricerca pubblicata dalla Free Foundation sui tipi di primarie nel mondo ci segnala che anche in Francia è stato sperimentato un sistema di primarie aperte simile a quello del centrosinistra italiano. Il Partito Socialista francese ha tenuto le primarie per scegliere il candidato alla Presidenza della Repubblica nel 2006 e nel 2011. Mentre nel 2006 potevano votare solo gli iscritti al partito, nel 2011 bastava essere iscritti alle liste elettorali francesi, versare la quota minima di un euro, e firmare una carta di intenti di adesione ai valori della sinistra francese. L’unica differenza e’ che in Francia l’adesione alla carta d’intenti non è registrata ed è prevista la distruzione dell’albo sotto il controllo dell’autorità giudiziaria al fine di tutelare la privacy degli elettori.
Inoltre, lo scorso 31 ottobre il Garante della Privacy ha precisato che, anche per queste primarie, l’albo degli elettori non potrà essere diffuso pubblicamente e sarà quindi utilizzabile solo per verifiche legate alle operazioni di voto.
L’attenuante per Bersani è che la sua dichiarazione risale al 15 ottobre, prima della decisone del Garante che ha precluso la strada a nuove modalità di utilizzo dell’albo.
Nulla di totalmente nuovo sotto il sole, quindi: “Pinocchio andante” per Bersani!