In un’intervista dedicata alla parità di genere, Laura Boldrini si rammarica della mancata approvazione di emendamenti per le quote di genere nella legge elettorale ma si consola ricordando che l’attuale Parlamento ha la maggiore rappresentazione femminile nella storia della Repubblica. Del tema si è parlato molto l’anno scorso subito dopo le elezioni, quando Beppe Grillo reclamava il ruolo decisivo del M5S nell’aver “tinto di rosa l’arco parlamentare”.



Partiamo dalla situazione attuale. A Palazzo Madama le senatrici sono 92 su 320 senatori, circa il 28,75%. Maggiore la rappresentazione alla Camera dove, con 196 deputate su 630, la proporzione è pari a 31,11%. Dal momento che Boldrini parla di “Parlamento” in generale, sommiamo i due numeri e vediamo che con 288 parlamentari donne su 950 in totale, la percentuale è effettivamente appena superiore al trenta percento (30,32%).



Questa soglia rappresenta davvero un record storico? Sì. Consultando un rapporto stilato da due professoresse delle Università Bicocca di Milano e Sapienza di Roma, possiamo vedere il trend della partecipazione femminile nelle due camere (riprendiamo i grafici dal rapporto qui sotto). La proporzione di senatrici e deputate è stata incredibilmente bassa fino alla 13-14° legislatura, a cavallo tra gli anni ’90 e ’00. E’ stato solo a partire dalla 15° legislatura che la situazione è andata migliorando in maniera più marcata, fino a raggiungere il 30% di oggi, ben 10 punti percentuali in più dell’ultimo record storico. “Vero” per la Presidente della Camera.