Ha senz’altro ragione, Zingaretti, nell’affermare che di primarie si è dibattuto, e parecchio; in alcuni casi, come nel centrodestra, senza arrivare ad alcun risultato. Come si legge in questo articolo del Messaggero, Alemanno ha cercato di premere in questa direzione: “Subito una riunione del centrodestra per decidere se è opportuno, se ci sono tempi e modi, per svolgere le primarie. Oggi, chiederò ai vertici del mio partito di convocare la riunione con le componenti e i possibili alleati per prendere una decisone”. Risultato? Picche, come ben noto. Angelino Alfano ha affidato ad una nota la riconferma del sindaco uscente come candidato del Popolo della Libertà: “Fin dal luglio scorso, il sindaco Alemanno ha richiesto l’indizione di elezioni primarie per la scelta del candidato del centrodestra al Campidoglio, ma da allora non è stata avanzata nessun’altra candidatura oltre la sua. Per questo, non ha alcun senso attendere ancora per tentare di indire delle primarie prive ormai di un autentico significato politico”.


Diversa, invece, la situazione nello schieramento rivale. Dopo il successo delle primarie per l’elezione del candidato leader del centrosinistra (forse l’unico vero successo dei cosiddetti “progressisti”), il Partito Democratico ha deciso di adottare questo strumento anche per la scelta del candidato sindaco di Roma. Come si legge nel portale “Roma. Bene Comune”, il 7 aprile 2013 oltre centomila persone si sono recate negli oltre duecento seggi distribuiti in tutta la capitale. Ignazio Marino, con più di 48mila voti, ha battuto, nell’ordine, David Sassoli, Paolo Gentiloni, Gemma Azuni, Patrizia Prestipino e Mattia di Tommaso.     


Ma il Pd sarà stato l’unico partito ad incentivare la partecipazione degli elettori nella determinazione dei candidati alla corsa di sindaco? Beh, la risposta tanto semplice quanto breve è: no! Come si legge nell’apposita sezione “risultati” del blog, anche il MoVimento 5 Stelle, ha lanciato le web-primarie che, con ben 533 voti, hanno consacrato la vittoria di Marcello De Vito (nonostante la tanto millantata trasparenza, il sito ufficiale non mette a disposizione il numero di voti per ciascun candidato; abbiamo appreso la cifra dalla stampa, ma riteniamo attendibile questo articolo di Europa Quotidiano in quanto De Vito stesso commenta la scarsa web-affluenza).


Se quindi è vero che il centrodestra ha detto no alle primarie, non è altrettanto vero che sia stato solo il Partito Democratico a “convolgere i cittadini”. Ma visti i numeri irrisori della partecipazione pentastellata, ed assolutamente non paragonabili alla mobilitazione messa in piedi dal Pd, Pagella Politica classifica quest’analisi con un: “Nì”!