*** Aggiornamento, 17 maggio 2016 ***
L’analisi, al momento della sua prima pubblicazione, conteneva due inesattezze. La prima riguardava il numero degli abbandoni del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle al Senato, che alla data della dichiarazione di Civati aveva perso 13 membri e non 8. Di conseguenza, la composizione era di 41 parlamentari e gli abbandoni erano stati il 24 per cento, e non il 14,8 come scritto in origine. In secondo luogo, un terzo di 54 è 18 e non 17,8. Abbiamo corretto e ce ne scusiamo con i lettori.
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Un 5 Stelle, soprattutto al Senato, in piena crisi di identità. Tra espulsioni e dimissioni, il gruppo parlamentare pentastellato sta perdendo vari pezzi.
Per il fact-checking di questa dichiarazione ci appelliamo al sito del Senato (alla pagina dei gruppi parlamentari) dove apprendiamo non solo che ad oggi i membri sono 41, ma anche che il gruppo ha perso 13 membri e ne ha conquistato uno (il sito ci dà modo di vedere le modifiche avvenute durante questi mesi di legislatura).
Online è riportato il dato in base al quale, in seguito alle elezioni del 2013, la compagine di Grillo al Senato era composta da 54 persone. La senatrice “conquistata” è Giovanna Mangili, che, eletta con i 5 Stelle, inizialmente si era iscritta al gruppo misto spinta dalla voglia di dimettersi subito dall’incarico. Una volta respinte le sue dimissioni, la senatrice si è iscritta in effetti al Movimento 5 Stelle: in questo modo il numero degli eletti al Senato coincidevano con il numero dei membri del gruppo parlamentare.
Attraverso un rapido calcolo scopriamo che Civati ha fatto un errore considerevole. Un terzo di 54 è 18 e non 13: se realmente il Movimento 5 Stelle avesse perso un terzo del proprio gruppo, avrebbe ad oggi solo 36 membri a Palazzo Madama, dato chiaramente non corretto. Con 13 membri in meno, la perdita è del 24% e non del 33,3% (un terzo).
Giuseppe Civati dovrebbe rispolverare un po’ i suoi libri di matematica: il giudizio di Pagella Politica è un “Pinocchio andante”.