Nulla da eccepire a Beppe Grillo in questa dichiarazione. Cerchiamo di capire perché.
Le leggi di iniziativa popolare sono uno degli strumenti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione. Dispone l’articolo 71 comma 2: “Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. La Costituzione non aggiunge altro, rimandando la disciplina specifica alla legge n. 352 del 1970 (articoli 48 e 49) e ai regolamenti di Camera e Senato. Questi ultimi stabiliscono che i disegni di legge di iniziativa popolare presentati nella legislatura precedente non devono essere ripresentati. All’inizio della nuova legislatura, sono nuovamente assegnati alle Commissioni e seguono la procedura normale (art. 74 comma 2 Reg. Senato e art. 107 comma 4 Reg. Camera). Come spiega un articolo pubblicato sul sito di Giuffrè Editore, “pertanto, i sottoscrittori di una proposta di iniziativa popolare hanno in linea teorica due legislature a disposizione affinchè il testo presentato divenga legge”.
Tuttavia, questo accade raramente. Come mostra la tabella a sinistra, nelle ultime quattro legislature (le uniche per cui le statistiche sono disponibili sui siti di Camera e Senato) sono state presentate 66 iniziative di legge popolare. Di queste, solo 3 sono diventate legge.
La fine dell’attuale legislatura segna anche la decadenza dell’iniziativa di legge portata avanti dal leader del M5S. La proposta di “Riforma della legge elettorale della Camera e del Senato riguardante i criteri di candidabilità ed eleggibilità, i casi di revoca e decadenza del mandato e le modalità di espressione della preferenza da parte degli elettori” (il cosiddetto Parlamento Pulito) è stato presentato al Senato nel dicembre del 2007, durante il secondo governo Prodi. Il testo doveva dunque essere approvato entro il termine di questa legislatura, ma l’iter parlamentare aggiornato al 4 dicembre 2012 lo vedeva ancora in corso di esame in commissione.
Il Grillo tuonante contro la decadenza di Parlamento Pulito, troverà almeno una magra consolazione nel nostro “Vero”!