Chi è che ha il potere legislativo in materia di energia e di turismo, lo Stato o le Regioni? Matteo Renzi sostiene siano materie di “potestà concorrente”, in cui, cioè, spetta alle Regioni la potestà legislativa ma i principi fondamentali li fissa lo Stato. Andiamo a vedere se è così.



L’articolo 117 della Costituzione stabilisce le materie di legislazione esclusiva dello Stato (la politica estera e di difesa, ad esempio), quelle di legislazione concorrente con le Regioni (come la sanità) e infine un criterio residuale, secondo cui spetta alle Regioni la legislazione per tutte le materie non espressamente riservate allo Stato. Questa ripartizione dei poteri è frutto di una riforma della Costituzione del 2001 (la cosiddetta “riforma del Titolo V” – legge costituzionale n.3 del 2001) volta a delegare maggiori competenze agli enti regionalii. Come spiega la scheda di lettura della legge pubblicata sul sito della Camera, la riforma ha invertito il criterio di residuale: precedentemente, tutte le materie non espressamente elencate erano riservate allo Stato.



Tornando alle parole di Renzi, scorrendo l’elenco dell’articolo 117 vediamo che “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” rientrano tra le materie di potestà concorrente. Non c’è invece nessun riferimento specifico al turismo, né tra le materie riservate allo Stato né tra quelle di potestà concorrente. Nel silenzio si adotta il criterio residuale, per cui le Regioni hanno competenza esclusiva in materia di turismo.



Segnaliamo che nell’ottobre del 2012 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale che, tra le altre cose, trasferisce la materia del turismo dalla competenza esclusiva delle Regioni alla competenza concorrente dello Stato. Questa iniziativa fa il paio con la “Proposta di legge costituzionale Mantini ed altri”, specificamente intitolata “Introduzione del turismo nell’elenco delle materie attribuite alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle Regioni”. Tuttavia, per quanto accolte con favore dall’industria del turismo, ad oggi queste proposte sono rimaste solo sulla carta.



Renzi dunque ha ragione sull’energia ma prende un granchio sul turismo: “Nì”!