Il ministro degli Affari Esteri affronta l’annoso problema mediorentale, analizzando il caso del Libano, terra la cui storia recente è stata caratterizzata da guerre civili, invasioni militari e attentati terroristici. 


Per Emma Bonino, un quarto della popolazione sarebbe rappresentato dai profughi di altri Paesi, fuggiti in Libano inseguendo la speranza di una vita migliore. Grazie al sito della Cia (Central Intelligence Agency), possiamo controllare rapidamente quanto detto dal neo ministro. 


Nella pagina del Cia Factbook dedicato al Libano, apprendiamo che il Paese ha una popolazione di 4.131.583 (al luglio 2013), cifra leggermente superiore di quella citata dalla Bonino. Per quanto riguarda il numero di rifugiati, ci spostiamo nella sezione “Transnational Issues” e troviamo che anche qui la titolare della Farnesina risulta un po’ imprecisa. Difatti. non si tratta di un milione di profughi, bensì di 890.209: 436.154 rifugiati provenienti dalla Palestina; 8,751 dall’Iraq, e 445.304 direttamente dalla confinante Siria. Nella stessa sezione vengono riportati 47.000 Idp. L’acrononimo si riferisce agli Internally Displace People, ossia quelle persone che, a causa di crisi regionali (guerre, calamità naturali, ecc), sono costrette a lasciare le proprie case. Non rientrano nella definizione di profughi in quanto, a differenza di questi ultimi, restano all’interno dei propri confini nazionali. 


Dichiarazione che dimostra chiaramente quanto le problematiche dei Paesi vicini possano influire sulla demografia libanese. Le imprecisioni ravvisate nelle parole della Bonino le fanno guadagnare un “C’eri quasi”!