Gianni Cuperlo parla di precariato e snocciola cifre molto precise a riguardo. Ma sarà davvero un esperto in materia? Pagella Politica si è presa la briga di scoprirlo per voi.
	          Innanzitutto, cosa intenderà Cuperlo per “precari”?  Il Rapporto sui diritti Globali 2013, edito da Ediesse (e purtroppo consultabile solo a pagamento) annovera i “lavoratori atipici”, come riportato da La Repubblica, nelle seguenti categorie:
	  1.dipendenti a termine involontari,
	  2.dipendenti part time involontari,
	  3.collaboratori che presentano tre vincoli di subordinazione (monocommittenza, utilizzo dei mezzi dell’azienda e imposizione dell’orario di lavoro),
	  4.liberi professionisti e lavoratori in proprio (le cosiddette partite Iva) che presentano anch’essi in contemporanea gli stessi tre vincoli di subordinazione.
	  Se accettiamo questa definizione dobbiamo dare ragione a Cuperlo, visto che l’articolo conferma quanto dichiarato dal candidato alle primarie del Pd: per il 2012 (ultimo anno disponibile), sono oltre 3, 315 milioni i precari italiani che guadagnano in media 836 euro netti al mese (927 euro mensili per i maschi e 759 euro per le donne), “circa 800 euro” appunto. Stima confermata, peraltro, anche dalla Cgia di Mestre sempre per il 2012.
	          Anche l’Istat presenta un dato molto simile:  con una definizione leggermente diversa (che include solo i dipendenti a tempo determinato e i collaboratori), al 2012 venivano contati circa 2,8 milioni di lavoratori atipici, perlopiù giovani (pag.102). Se aggiungiamo circa 0.3 milioni di lavoratori autonomi monocommittenti, senza dipendenti e con vincoli di orario (quindi, se non atipici, sicuramente con caratteristiche molto vicine alla definizione), abbiamo anche qui un numero molto simile al dato considerato da Cgia e Ediesse (pag.104).
	          Preciso inoltre il rimando alla soglia di povertà relativa, che nel 2012 (ultimo dato disponibile) si attestava  intorno a 990 euro per una famiglia di due persone. A voler essere pignoli gli arrotondamenti dovrebbero essere,  a rigor di logica, a 1000 euro, ma riteniamo l’imprecisione non cosi grave.
	          Dichiarazione corretta per Cuperlo: “giovani e non solo”, i precari italiani sono quasi 3 milioni e mezzo, e purtroppo il loro reddito medio è di poco inferiore alla soglia di povertà relativa per una famiglia di due persone.
	          La sinistra fa del sociale il suo tema più forte e giustamente Cuperlo si rivela solido sull’argomento: “Vero”!