Sul suo blog Beppe Grillo attacca le velleità – a suo dire da Armata Brancaleone – del governo in merito alla situazione libica. Il leader del M5S critica inoltre la modifica dell’art. 78 avanzata dalla maggioranza di governo. Ma è vero che la Costituzione italiana dà al Presidente della Repubblica e non al governo il potere di portare il nostro Paese in guerra?
La Costituzione e la guerra
Ricordiamo che nel suo preambolo la Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11).
Seppur ripudiata, la guerra in alcune occasioni va combattuta. E la Costituzione definisce chiaramente a quali istituzioni spetta il potere in questo caso. All’articolo 78 si legge
“Le Camere deliberano lo stato di guerra [cfr. art. 87 c. 9] e conferiscono al Governo i poteri necessari”.
Mentre all’articolo 87 si parla del ruolo del Presidente della Repubblica il quale, oltre ad avere il comando delle Forze armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa, “dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”.
Il verdetto
L’articolo 87 della Costituzione dichiara che compito del Presidente della Repubblica è quello di dichiarare lo stato di guerra deliberato. Grillo sostiene che tra le competenze del titolare del Quirinale ci sia quella di decidere se entrare in guerra o meno, compito che in realtà, come si evince dagli articoli succitati, spetta alle Camere. E’ vero che secondo la Costituzione la decisione di entrare in guerra non spetta al governo ma è falso che spetti al Presidente della Repubblica: “Nì”
(Si ringrazia Martina Cirami per questa analisi)