In un contesto politico ormai dominato dalla dialettica – e poco dai fatti – dei tagli ai costi della politica, Ignazio Marino è una voce fuori dal coro. Il sindaco di Roma, reduce da un agosto speso a pedonalizzare i Fori Imperiali, si sente forse di meritare uno stipendio più in linea con quanto incassato da un “banale” parlamentare. Non è certo il primo a sottolineare la forte discrepanza tra lo stipendio dei parlamentari e quello degli amministratori delle grande città: quasi un anno fa Matteo Renzi sollevò la questione prendendo come esempio anche lui Giuliano Pisapia, dichiarando “Il sindaco di Milano guadagna un terzo di un parlamentare“.
Da fact-checkers non ci lasciamo trascinare in argomenti sul giudizio di validità di tale ragionamento ma controlliamo se di fatto il sindaco arancione di Milano guadagna un quarto di quanto guadagna un parlamentare. Per farlo, cerchiamo prima lo stipendio di Pisapia. Ora, come un anno fa, sul sito del Comune di Milano non troviamo il livello dell’indennità del sindaco; tuttavia apprendiamo dell’esistenza di una classifica dei redditi dei primi cittadini d’Italia pubblicata dal Consiglio comunale di Genova (stilata ad aprile 2013). Qui si legge che lo stipendio di Pisapia è pari a 9.124 euro. Nel frattempo però – alla luce anche delle difficoltà di bilancio del Comune – Pisapia si è ridotto lo stipendio, passando, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, da 5.600 euro netti a circa 3.600 euro netti. Il suo stipendio è ora pari a quello degli assessori della Giunta.
E se il sindaco di Milano guadagna 3600 euro netti, a quanto ammonta lo stipendio di un parlamentare? Sul sito della Camera si può trovare il trattamento economico di un deputato. Tale trattamento è composto da numerose voci:
- l’indennità parlamentare, pari a circa 5.000 euro netti al mese,
- la diaria (o rimborso spese per il soggiorno a Roma) pari a 3.500 euro circa al mese,
- il rimborso spese per “l’esercizio del mandato” pari a 3.690 euro al mese,
- un rimborso per il trasporto e le spese di viaggio trimestrale di circa 3.300-4.000 euro (circa 1.100-1.300 al mese).
Il totale è di circa 13.300-13.500 euro mensili. Il rapporto tra questo valore e lo stipendio del sindaco è effettivamente di circa 4:1 (3,7 a 1, per essere precisi). E’ altresì vero che il sindaco di Milano gode anch’egli di rimborsi per le sue attività istituzionali e tali rimborsi non sono conteggiati nei 3.6000 euro netti citati sopra, ma per loro natura i rimborsi del deputato sono molto più simili ad un vero e proprio stipendio aggiuntivo che non ad un rimborso. Infatti, tutte le voci sono erogate indifferentemente dalla spesa effettiva, fatta eccezione per la diaria che per il 50% viene effettivamente rimborsata per i costi di spese in categorie specifiche (collaboratori, gestione dell’ufficio) che devono essere attestati. Volendo rimuovere dal trattamento economico questa componente, rimane comunque un trattamento di circa 11.500 euro mensili, pari a più di tre volte l’indennità del primo cittadino meneghino.
Insomma, un deputato guadagna marcatamente di più di quanto guadagna il sindaco di Milano. Marino ha sostanzialmente ragione nel confrontare i due valori ma potrebbe essere più preciso: il nostro verdetto è, per questo motivo, “C’eri quasi”. Sul resto, lasciamo ai lettori la libertà di esprimere l’ardua sentenza sulla validità di pagare un sindaco di una grande città molto meno di un deputato (o all’inverso, un deputato molto di più di un sindaco).
P.S.: fughiamo un dubbio che può esser sorto ai nostri lettori: il trattamento economico di un senatore è uguale a quello di un deputato (a riprova forse dell’intercambiabilità tra il ruolo dell’uno e dell’altro nel nostro sistema di bicameralismo perfetto?)