Il 21 ottobre, in un intervento a Palazzo Madama, il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) ha suggerito al governo di fare come i tedeschi per «non creare allarmismo» sull’epidemia di nuovo coronavirus nel nostro Paese.
Secondo l’ex ministro della Difesa, infatti, in Germania i dati che vengono comunicati sui contagi non tengono conto degli «asintomatici», o «non ammalati», come li chiama La Russa.
Abbiamo verificato e questo non è assolutamente vero: i dati sui nuovi contagiati in Germania considerano tutti i nuovi casi di coronavirus certificati in laboratorio, senza fare distinzione tra la presenza di sintomi o meno. E questi dati vengono ripresi quotidianamente anche dai media tedeschi. Vediamo i dettagli.
Che cosa si dice in Germania
Ogni giorno il Robert Koch Institute – l’equivalente tedesco del nostro Istituto superiore di sanità (Iss) – pubblica un bollettino con i dati epidemiologici sull’emergenza coronavirus in Germania.
Sia nella versione in tedesco che in quella in lingua inglese, il bollettino specifica che i dati sui nuovi contagi non escludono dal conteggio i cosiddetti “asintomatici”, cioè i positivi che non mostrano i sintomi della malattia Covid-19.
Il Robert Koch Institute «considera come casi Covid-19 tutti i casi confermati in laboratorio di Sars-CoV-2, al di là della presenza o della gravità dei sintomi clinici della malattia», si legge nel bollettino. «In questo report il termine “casi Covid-19” ricopre sia le infezioni gravi di Sars-CoV-2 che tutti i casi di malattia Covid-19».
Ricordiamo che Sars-CoV-2 è il nome del nuovo coronavirus, mentre Covid-19 è il nome della malattia causata dal virus.
Gli standard seguiti dal Robert Koch Institute sono quelli stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), un’agenzia indipendente dell’Unione europea che si occupa del contrasto alle malattie infettive.
Secondo l’Oms, un caso confermato di Covid-19 è una persona che ha ricevuto una conferma dell’infezione con un test in laboratorio, al di là della sintomatologia clinica. Discorso analogo vale per l’Ecdc, e anche – per esempio – per i dati comunicati giornalmente dalla nostra Protezione civile.
Dunque, sintomi o non sintomi, fa poca differenza: la Germania comunica i numeri dei positivi al virus, al di là del quadro clinico. La dichiarazione di La Russa è quindi sbagliata.
Forse il senatore di Fratelli d’Italia faceva riferimento ai media tedeschi e a come comunicano i dati dell’epidemia? Ma anche qui le cose non tornano.
Per esempio, secondo i dati del Robert Koch Institute, il 22 ottobre in Germania sono stati registrati 11.287 nuovi contagiati in più rispetto al giorno precedente. Lo stesso numero è riportato, tra gli altri, da testate come Deutsche Welle, Der Tagesspiegel, Handelsblatt e Die Welt, che dunque comunicano i dati così come sono raccolti.
Ricordiamo poi che, al di là di quello che si sente ripetere ormai da mesi, «ad oggi non è vero che la stragrande maggioranza degli infetti da Sars-CoV-2 è asintomatica», come hanno spiegato di recente i nostri colleghi di Facta. «La maggior parte dei contagiati sviluppa, prima o poi, dei sintomi più o meno gravi. Precisiamo poi che gli studi dimostrano come anche coloro che non sviluppano sintomi possono subire, in alcuni casi, danni nascosti ai polmoni e al cuore. Quindi è scorretto dire che gli asintomatici siano automaticamente portatori sani e in minor pericolo rispetto agli altri».
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Il verdetto
Secondo Ignazio La Russa, in Germania non danno i numeri sui contagiati asintomatici da nuovo coronavirus «per non creare allarmismo». Ma questo non è vero.
I bollettini del Robert Koch Institute – ripresi quotidianamente anche dai media tedeschi – considerano come nuovi contagiati tutte le persone positive al virus con un test in laboratorio, al di là della presenza di sintomi o meno. Questa pratica segue quelle che sono le indicazioni internazionali sulla definizione dei casi Covid-19.
La Russa, dunque, si merita una “Panzana pazzesca”.
«L’Italia, tra l’altro, non è certo al primo posto tra i suicidi [in carcere] in Europa, anzi è verso gli ultimi» (min. 16:20)
15 aprile 2025
Fonte:
Zapping – Radio 1