Divisa dal risultato politico, l’Italia si è unita nel fact-checking: dopo la dichiarazione della capogruppo dei 5 Stelle alla Camera, Roberta Lombardi, praticamente ogni testata giornalistica, dal Corriere all’Huffington Post, passando per l’Unità, il Post, e Libero si è spesa in conteggi, prove e controprove.
Confortato da cotanto sforzo intellettuale, anche Pierluigi Bersani, dopo le consultazioni al Quirinale, si è espresso su uno dei leitmotiv di questa giornata rivendicando, parrebbe a ragione, che è il suo partito, il Pd, ad essere il primo in Italia per numero di voti.
Pagella Politica non poteva rimanere silente sulla questione e in quest’analisi abbiamo dimostrato che Bersani ha fondamentalmente ragione. Prendendo i dati del Ministero dell’Interno relativi alla Camera dei deputati abbiamo, infatti, dimostrato che, sommando i voti della circoscrizione Italia (Valle d’Aosta inclusa) a quelli pervenuti dall’estero, il Pd si piazza in testa con 8,932,615 voti contro gli 8,797,902 del M5S. La situazione non cambia neppure al Senato, dove il Pd ha ottenuto più di 1 milione di voti rispetto al M5S, sia che si guardi solo al risultato in Italia (Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige inclusi) sia considerando anche il voto degli italiani all’estero. Stessa storia, ça va sans dire, per la coalizione: il centrosinistra si piazza saldamente al primo posto sia alla Camera che al Senato e sia considerando solo la circoscrzione Italia, sia aggiungendo la circoscrizione estero. Riproponiamo anche in questo caso un grafico con la sintesi dei dati (i risultati dei nostri calcoli sono anche disponibili, in formato excel, qui).
Si può intuitivamente notare come il Pd si collochi sempre al primo posto, eccezion fatta per la circoscrizione Italia della Camera dove viene superato dal M5S per circa 58 mila voti. Come giustamente fa notare Youtrend in questo “Twit-dibattito“, l’attuale legge elettorale (articolo 2) assegna il premio di maggioranza su base nazionale, escludendo quindi i voti all’estero. Vi è, quindi, una certa logica nel dare maggior peso al risultato nazionale alla Camera che non al totale. A nostro avviso, però, si tratta di un’attenuante troppo lieve, soprattutto quando si parla di mero calcolo numerico, per punire eccessivamente il Segretario del Pd. Tirando le somme, non possiamo che classificare questa dichiarazione con un “Vero”!