Il leader politico del M5S (definizione che Grillo si è assegnato a Bergamo nel corso del Vinciamonoitour) cita spesso l’enorme numero di schede bianche/nulle che ha inondato i seggi italiani in occasione delle ultime elezioni del Parlamento Europeo, nel 2009. All’epoca, secondo il Ministero degli Interni (e prima della crisi che da lì a poco avrebbe colpito la zona euro) i voti non validi (con schede bianche incluse) ammontarono infatti a 2,1 milioni, che l’elettore avesse sbagliato a compilare la scheda o ci avesse infilato dentro una fetta di mortadella.



Detto questo, andiamo ad analizzare se abbiamo veramente un primato “mondiale” (o in questo caso europeo). A servizio giunge subito l’ottimo European Election Database, che raggruppa i dati dei ministeri degli interni di tutti i Paesi membri per fornire statistiche su ogni tipo di appuntamento elettorale in Europa a partire dagli anni ’80. Cominciamo con l’effettuare un confronto della percentuale di voti annullati sul totale degli aventi diritto.






Il dato italiano sembra dare tendenzialmente ragione a Grillo: in effetti, se si escludono il Lussemburgo ed il Belgio, siamo di gran lunga il Paese che ha annullato la maggior componente dei voti nel 2009, ben il 4,16% degli aventi diritto.



La situazione è ancora più grave se si confronta la percentuale di voti annullati sul totale dei voti consegnati alla cabina elettorale. Qui l’Italia mantiene sempre la terza posizione, dietro il Lussemburgo ed il Portogallo, con il 6,4% dei voti annullati.






Va fatta inoltre una precisazione: il Belgio e il Lussemburgo sono tra i pochi Paesi al mondo ad aver reso il voto obbligatorio (obligation de vote, come specificato nei siti istituzionali). Questo spiega i tassi di partecipazione altissimi (più del 90%) e l’enorme quantità di voti annullati, al punto che è lo stesso sito del senato belga a specificare: “Celui qui ne désire vraiment voter pour aucun parti ou aucun candidat peut glisser dans l’urne un bulletin blanc ou nul ou choisir l’option ‘vote blanc’ sur l’écran de l’ordinateur” – chiunque non voglia votare per nessun partito o nessun candidato può inserire nell’urna una scheda bianca o nulla, o scegliere l’opzione “scheda bianca” sullo schermo del computer. Sarebbe, quindi, opportuno escluderli dalla classifica, il che accentuerebbe ulteriormente il fenomeno italiano.



Insomma, sembra proprio che almeno da questo punto di vista Grillo abbia totalmente ragione. L’unico svarione (che non è da poco, per un leader politico) si nasconde nel raffronto tra il totale dei voti annullati (più di due milioni, come già accertato) ed il combinato delle popolazioni di Svezia e Finlandia. Ora, è vero che le lande desolate della Scandinavia sono sempre state caratterizzate da popolazioni particolarmente esigue, ma qui Grillo esagera, e non di poco. Gli ultimi dati Eurostat indicano, infatti, che nel 2009 i finlandesi erano ben 5,3 milioni. Niente però in confronto al colosso della penisola scandinava, la Svezia, che raggruppava ben 9,3 milioni di abitanti (approssimativamente la popolazione della Lombardia).



Riassumendo: la Svezia e la Finlandia insieme erano popolate da ben 14,6 milioni di esseri umani, che a questo punto immaginiamo si stiano augurando che il M5S non auspichi una specie di ecatombe nucleare scandinava.



Detto ciò, il messaggio politico di Grillo rimane inalterato: gli italiani hanno già dimostrato disaffezione nel 2009, collocandosi tra i primi posti per numero ed intensità di schede bianche ed annullate. “C’eri Quasi” Grillo, ma nel mentre ripassa un po’ di geografia.