E’ partita la corsa per il Quirinale, tra indiscrezioni, toto-nomi e trattative tra le forze politiche. Enrico Letta, ospite a Otto e Mezzo, nel giro di pochi minuti infila due dichiarazioni contraddittorie. La domanda sorge spontanea: ma il centrosinistra ce l’ha o non ce l’ha questi numeri per eleggere il Presidente della Repubblica?


Per scoprirlo dobbiamo capire come si elegge la più alta carica dello Stato. Rimandiamo per maggiori dettagli a questo ottimo articolo del Post. Secondo l’art. 83 della Costituzione, il Presidente della Repubblica è eletto dal parlamento in seduta comune, vale a dire dai membri della Camera e del Senato. A questi si aggiungono tre delegati per ogni Regione (tranne la Val d’Aosta che ne ha uno solo). 


Questo vuol dire che parteciperebbero all’elezione 630 deputati, 315 senatori (a cui si aggiungono i quattro senatori a vita) e 58 delegati regionali (tre per le 19 Regioni più il delegato valdostano solitario). Totale: 1007. Sempre in Costituzione si legge che per l’elezione è necessaria la maggioranza dei due terzi nei primi due scrutini, ma dopo il terzo è sufficiente la maggioranza assoluta – 504 voti in questo caso. 


I delegati regionali vengono eletti dai rispettivi Consigli regionali, ma la Costituzione richiede “che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze”. Tradotto: nella prassi, uno dei delegati è assegnato all’opposizione e due alla maggioranza. La scelta dei delegati è avvenuta in questi giorni. Come si può vedere dal sito delle Regioni, il centrosinistra può contare su 28 delegati delle Regioni. Sommati ai 345 deputati e 123 senatori porta ad un totale di 496 voti. Appena pochi voti sotto alla soglia minima per avere la certezza. 


Era buona la prima: il centrosinistra ha “quasi” i numeri di maggioranza assoluta per eleggere da solo il Presidente della Repubblica. Letta sciupa un “Vero” ormai assicurato che, ponderato alla sua successiva “Panzana”, ci porta ad assegnargli un “Nì”.