Secondo il regolamento (articolo 1, comma 1) stabilito dalla direzione nazionale del partito, le Parlamentarie dello scorso 29 e il 30 dicembre avrebbero dovuto eleggere il 90% delle candidature per il parlamento, lasciando alla stessa direzione del Pd e al Segretario Bersani, la scelta del restante 10% (il cosidetto “listino bloccato”).



Tuttavia, lo stesso articolo prevede che nel calcolo delle percentuali sopracitate “non vengono computate le posizioni di capilista, che saranno definite d’intesa tra la direzione nazionale e le unioni regionali”. Una precisazione che Bersani dimentica di fare quando afferma che il 10% delle candidature sono state registrate a livello nazionale.



Per questo, al di là delle parole, siamo andati a vedere quanto effettivamente abbia inciso la scelta dei capilista sul totale di distribuzione delle candidature. Si scopre che il Segretario ha scelto 30 capilista su 45 totali, tra Camera e Senato (per maggiori dettagli si veda la nostra precedente analisi). Così, se ricalcoliamo le percentuali prendendo in considerazione anche i capilista, risulta che su 847 candidati al parlamento da parte del Pd, l’87% sono stati scelti con le Parlamentarie (il 90% di 802 più i 15 capilista), e il 13% dal partito (80 in lista più 30 capilista).



Percentuali poco diverse da quelle citate dal Segretario, il quale però dimentica la questione dei capilista e perde così il “Vero”!