Numerosi studi indicano che una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro ha un impatto positivo sull’economia (se ne trova una rassegna in questo studio del Fondo Monetario Internazionale, ad esempio). E come ha ricordato il presidente della Camera Boldrini, l’Italia su questo purtroppo non brilla.
I dati Eurostat relativi al primo trimestre dell’anno indicano che il 46,4% delle donne italiane lavora (un dato sostanzialmente confermato dagli ultimi dati Istat di maggio). Il confronto con il resto d’Europa è impietoso. Come mostra il grafico sotto, ricavato da Eurostat, l’Italia si trova oltre dieci punti sotto la media europea: e soltanto la Grecia ha un tasso di occupazione femminile inferiore.
E dire che negli ultimi vent’anni sono stati registrati dei passi in avanti. Nel 1994, solo il 35% delle donne italiane lavorava. I progressi, tuttavia, non sono stati abbastanza rapidi. La Spagna, ad esempio, partiva da un livello ben più basso e ci ha superato di slancio nel giro di pochi anni, sempre secondo Eurostat.
Per tornare alla dichiarazione di Boldrini, il dato è sostanzialmente corretto e non ci sentiamo di penalizzare un’imprecisione di 0,6 punti percentuali: “Vero”.