Laura Boldrini, per 15 anni portavoce dell’Alto Commissario per i Rifugiati (Unhcr) per l’Europa meridionale, continua ad essere molto sensibile alle questioni che riguardano i migranti, stando alla frequenza con cui questo tema appare nelle sue dichiarazioni verificate da Pagella Politica.
Ed è proprio l’Unhcr a darci conferma dei numeri citati dalla presidente della Camera. A fine agosto l’agenzia Onu stimava ad almeno 1.889 le morti avvenute nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nel corso del 2014. Un numero successivamente e drammaticamente cresciuto: due giorni dopo la dichiarazione di Boldrini, secondo l’Unhcr le morti avrebbero superato soglia 2.500, di cui più di 2.200 da giugno.
Le 2.500 morti stimate per questo periodo sono già quasi il doppio delle 1.500 morti stimate per l’intero 2011, e ben al di sopra dei livelli del 2012 e 2013 (500 e 600 rispettivamente). Come si può vedere nella grafica riportata in basso, l’andamento segue abbastanza da vicino la variazione degli arrivi totali stimati tra Grecia, Italia, Spagna e Malta.
La presidente della Camera indica correttamente le cifre della tragedia in corso nel Mediterraneo e non sbaglia neanche a definirla una “guerra a bassa intensità”, almeno per quanto riguarda la mortalità. Dal database sul conflitto armato dell’International Institute of Strategic Studies (Iiss) apprendiamo che un conflitto come quello nel sud della Thailandia – tra ribelli musulmani e l’esercito thailandese – abbia causato 4.000 morti dal 2004 e venga qualificato “di media intensità”. Sono inoltre definiti di “bassa intensità” conflitti come quelli in Kosovo e gli attacchi di gruppi militanti in Manipur (India) che hanno provocato meno morti di quanti non siano deceduti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. “Vero” particolarmente tragico per la presidente della Camera.