Regioni vs Governo
La Legge di Stabilità 2015 ha provocato le ire della Conferenza delle Regioni, i cui Presidenti accusano il governo di scaricare su di loro una parte insostenibile dei tagli inclusi nella suddetta legge. Particolarmente critico Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte e Presidente della Conferenza delle Regioni: “Il governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l’elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità”.
Nel riscontrare questa spaccatura, il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta sottolinea che si tratta di una divergenza tra membri della stessa parte politica. Se è vero che Sergio Chiamparino è iscritto tra le fila del Pd (e, a detta dei retroscenisti, votato dai renziani che volevano contarsi e farsi contare durante le prime votazioni per il Presidente della Repubblica), è altrettanto vero che le Regioni “sono quasi tutte rosse”?
Le “Regioni rosse”
Se per “rosse” si intende le Regioni in cui il Partito Democratico esprime il presidente oppure è parte della coalizione uscita vincitrice nelle ultime elezioni regionali, allora sono rosse 15 Regioni su 20. Oltre al Piemonte lo sono Liguria, Emilia Romagna (almeno fino alle elezioni di questo novembre), Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Contiamo anche il Trentino Alto Adige il cui governatore attuale – che viene eletto dalla Giunta regionale composta dalle Giunte delle Province autonome di Trento e Bolzano – è Ugo Rossi, eletto come parte di una coalizione che includeva il Partito Democratico.
Al centrodestra non restano che Lombardia, Veneto, Campania, Calabria. Fuori dalla logica nazionale la Valle d’Aosta dove la coalizione uscita vincitrice alle elezioni regionali del 2013 era composta dall‘Union Valdôtaine, la Stella Alpina e la Fédération Autonomiste, tutte realtà squisitamente locali. A destra riassumiamo l’orientamento politico delle Giunte regionali italiane allo stato attuale, che garantisce il “Vero” a Renato Brunetta.